Sambuceto. “Dopo dieci anni di lavoro portato avanti all’insegna della più alta trasparenza e democrazia si è costretti a subire campagne di stampa che lasciano immaginare comportamenti da parte dell’Amministrazione comunale non solo prepotenti, ma anche dannosi per le casse municipali e per la dignità delle persone”.
Comincia così la replica del primo cittadino di Sambuceto, Verino Caldarelli, chiamato in causa nei giorni scorsi per la vicenda relativa all’abbattimento della chiesa di San Rocco. Al suo posto sorgerà un nuovo complesso parrocchiale, realizzato dal celebre architetto Mario Botta. Il primo cittadino dice “basta alle menzogne, alle ipocrisie ed alle speculazioni politiche” e si dice pronto a dimettersi se ha offeso la comunità dei fedeli. “E’ doveroso” dice “ricordare che l’attuale Amministrazione, già dalla lontana primavera del 2001, sottoponendosi al giudizio popolare aveva annoverato, tra i suoi propositi fondamentali, quello della riqualificazione della zona centrale del paese, con il coinvolgimento della piazza San Rocco, delle strutture parrocchiali e dell’edificio della scuola elementare, il tutto attraverso un intervento sinergico rispetto all’iniziativa della parrocchia, per la realizzazione del nuovo complesso delle opere parrocchiali. Non solo: alla vigilia della successiva tornata elettorale del 2006, sulla scia del percorso tracciato già cinque anni prima, nel programma elettorale era stata inserita, tra gli obiettivi primari, la riqualificazione del centro di Sambuceto con la realizzazione anche di una piazza centrale pedonale. La condivisione espressa dai cittadini su questi programmi è nota a tutti. Come se non bastasse nel 2007 è stato proposto un referendum il quale ha fornito due risultati che giova in questa sede ricordare: il primo, quello della partecipazione al voto, che non ha raggiunto neanche il 50% della popolazione avente diritto e che non può essere interpretato se non come una scarsa considerazione delle problematiche proposte dai suddetti oppositori; il secondo, quello delle urne, che hanno decretato un risultato (pari al 75%) a favore del programma di abbattimento e di ricostruzione del nuovo complesso. Va poi ricordato, che è stata la Curia, attraverso una proposta di Accordo di Programma, a prospettare la dismissione della chiesa e la cessione al Comune di tutti gli edifici insistenti su piazza San Rocco. Lo stesso incarico di progettazione all’Architetto Mario Botta, per la costruzione di un nuovo complesso parrocchiale, non nasce da un’iniziativa dell’Amministrazione comunale, ma da una precisa volontà di Sua Eccellenza l’Arcivescovo Don Bruno Forte il quale, sul caso specifico, ha chiesto ed ottenuto in regalo l’idea ed il progetto preliminare da detto Maestro dell’architettura contemporanea e di fama internazionale. Tuttavia, volendo rispettare fino in fondo le opinioni contrarie, siamo pronti a prendere atto di eventuali critiche al nostro operato, ma solo se testimoniano un’eventuale offesa alla comunità dei fedeli, riservando nello specifico a questa, solo a questa, e non certamente ai bestemmiatori da bar, il diritto ad esprimere la propria contrarietà al destino riservato alla vecchia chiesa. Se così dovesse essere, non avrei nessuna difficoltà ad ammettere di aver sbagliato e a dimettermi. Mi auguro che quelle persone che hanno condiviso e condividono le scelte dell’Amministrazione facciano sentire forte la loro voce così da sopraffare quella di quei pochi attivisti politici che, solo per arrivismo e non certo per fede religiosa, si ergono oggi a paladini della chiesa”.