Lanciano. Un capo cantoniere della Provincia di Chieti e’ stato arrestato questa mattina a Casoli con le accuse di truffa aggravata, peculato e falsita’ ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
L’uomo, un 53enne, residente a Casoli, e’ stato indagato dalla Procura di Lanciano con pedinamenti e riprese fotografiche e video che hanno evidenziato, secondo gli inquirenti, le condotte illecite che hanno indotto il Gip del Tribunale di Lanciano, Massimo Canosa, a disporre per lui la misura cautelare degli arresti domiciliari. Il capo cantoniere nel periodo 13 dicembre 2014 – 28 settembre 2015, come spiega in una nota il Procuratore di Lanciano, Francesco Menditto, “in giorni ed orari nei quali attestava falsamente tramite i prospetti riepilogativi mensili delle presenze la propria presenza in servizio, si trovava in luoghi nei quali non era suo compito svolgere le attivita’ inerenti ai propri doveri di ufficio; era infatti presente nell’esercizio commerciale della moglie (edicola con rivendita di tabacchi) oppure nella propria abitazione oppure a sbrigare faccende personale in altri uffici pubblici, utilizzando in alcune occasioni anche i mezzi della Provincia di Chieti”.
Inoltre, dalla fine del mese di gennaio 2015, si sarebbe appropriato della legna di proprieta’ dell’Ente custodita in un magazzino della Provincia, “non prima di aver comandato il taglio in piccoli pezzi a personale alle sue dipendenze”, sottolinea la nota della Procura, “in seguito provvedeva personalmente a trasportare la legna tagliata, a bordo dell’autovettura di servizio, in suo uso per l’incarico ricoperto, nella propria abitazione di Casoli”.
Condotte che l’uomo avrebbe continuato a tenere anche dopo la perquisizione del 13 febbraio scorso nella sua abitazione e negli uffici della Provincia di Chieti. In quel caso l’arrestato avrebbe formulato una falsa domanda di congedo datandola il giorno precedente per tentare di depistare e inquinare il materiale indiziario acquisito dalla Polizia giudiziaria della Procura di Lanciano.