Teatro, il night club Jolly Pub di Vacri, dove ragazze provenienti per lo più dalla Romania ma anche dal Sud America, si prostituivano in appositi camerini. I particolari dell’operazione sono stati resi noti dal dirigente della Mobile, Paolo Monnanni, e dai responsabili della prima e quarta sezione, ispettori capo D’Antuono e Bini. Agli arresti domiciliari, su ordinanza del gip di Chieti Marco Flamini, sono finiti Carlo Pasquale Amicone, 59 anni di Miglianico, titolare del locale, Mario Di Giovanni, 52 pure di Miglianico, factotum di Amicone, e l’albanese Adelina Hoxha, 51 anni, stretta collaboratrice dei due. Hanno per ora scampato l’arresto (ma per loro in carcere) due romeni tuttora ricercati. Per tutti l’accusa è di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Le donne, tutte di età compresa tra i 25 e i 30 anni, si prostituivano all’interno del locale dove si tenevano ogni sera spettacoli di lap dance. A dare il via alle indagini, il tentativo di suicidio di una rumena di 30 anni, avvenuto nel settembre scorso, costretta a prostituirsi ripetutamente dai due rumeni latitanti e a vivere in uno scantinato di Francavilla al Mare. Una condizione che aveva gettato la giovane in uno stato di profonda prostrazione. E’ stato poi grazie a un’attenta attività di intelligence che gli agenti hanno accertato tra l’altro che le donne vivevano tra Francavilla e Pescara e che venivano condotte a Vacri da autisti dell’organizzazione. Il giro avrebbe fruttato migliaia di euro. Secondo quanto emerso, gli stessi indagati avrebbero ammesso che il locale, nonostante la crisi, vantava un cospicuo fatturato. Non ci si limitava infatti al semplice spettacolo di lap dance offerto da giovani donne il cui ricambio avveniva con cadenza settimanale. I clienti venivano invitati da altre entraineuse ad intrattenersi nei camerini. I prezzi per le prestazioni variavano dai 50 ai 150 euro.