Chieti. Dopo mesi di minacce i medici di famiglia della FIMMGscendono in campo e annunciano battagliaperché, a causa dello stallo del rinnovo della convenzione,avvertono, è a rischio la stessa sopravvivenza della figura del medico di Medicina Generale è partita la campagna “Io non vado col primo che capita:il mio medicodi famiglia lo scelgo io” per dire no alla “abolizione del medico di famiglia”.
E’ infatti proprio questa la prospettiva “inevitabile che si realizzerà nei fatti, a causa delle politiche delle Regioni, miratea limitare laprofessionalità e libertà del medico nel suo rapporto di fiducia con i pazienti e guidate solo da criteri economicistici e di bilancio”, come affermato dal Segretario Nazionale Fimmg Giacomo Milillo.
Dal 18 maggio le città saranno “tappezzate” di manifesti per informare i cittadini sulle ragioni della protesta: *nessuna Convenzione vuol dire nessuna garanzia sia per la libertà di scelta del cittadino sia per la libertà del medico di curare, entrambi assoggettati allo spezzatino sanitario che le Regioni hanno già cominciato a fare *nessuna Convenzione vuol dire impossibilità di sanzionare la parte regionale eventualmente inadempiente nei confronti dei medici e dei diritti assistenziali dei cittadini *nessuna Convenzione vuol dire non riorganizzare la Medicina di famiglia secondo criteri di migliore corrispondenza con i bisogni della popolazione.
La Fimmg non chiede, in questo particolare momento del Paese, aumenti di stipendio per i medici, ma semplicemente che i professionisti siano messi nelle condizioni di esprimere al meglio le proprie capacità assistenziali.
La protesta avrà il suo culmine con lo sciopero nazionale del 19 maggio: gli studi saranno chiusi dalle 8 alle 20, ma verranno garantite: levisite domiciliari urgenti, l’assistenza domiciliare integrata e l’assistenza domiciliare programmate ai malati terminali. Si fermeranno anche i medici di continuità assistenziale (ex guardia medica) dalle 20 alle 24, garantendo le prestazioni indispensabili e non differibili.