Chieti. Due storie diverse legate da un comune denominatore, che ha fatto di entrambe esperienze di successo sotto il profilo della cura. E gira intorno a un criterio: “spalmare” i casi su ospedali differenti in base alla complessità, a Chieti i più gravi, a Ortona e Vasto gli altri.
Risultato analogo per i tumori di tipo urologico. Per il trattamento del tumore della prostata Chieti ha guadagnato 168 posizioni, collocandosi all’86° posto nella graduatoria nazionale (a fronte del 254° conquistato nel 2012) e al primo posto in Abruzzo (dove l’anno precedente era 5°) e un indice di complessità passato da 71 a 99. L’adozione del modello a intensità di cura ha prodotto risultati anche nel campo delle neoplasie del rene e delle vie urinarie, dove gli ospedali di Vasto e Chieti hanno guadagnato posizioni e indice di complessità: nel 2013 il “San Pio” è passato al 71° posto (l’anno precedente era al 79°) mentre il “SS. Annunziata”, fermo al 142° posto nel 2012, è salito al 96°; punti importanti anche sul fronte della complessità, che ha portato Vasto da 336 a 352, e Chieti da 234 a 287.
“A fronte di un quadro sostanzialmente stabile delle altre strutture abruzzesi, la crescita delle nostre conferma la validità delle scelte compiute – dice il direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti, Francesco Zavattaro, offrendo qualche chiave di lettura dei dati -. L’acquisizione del robot chirurgico Da Vinci, che abbiamo utilizzato per primi in questa regione già da tre anni e che rappresenta oggi una pratica quotidiana consolidata, ha comportato l’attivazione di un’area chirurgica multidisciplinare ad alta specializzazione, che accoglie casi complessi selezionati anche presso gli ospedali di primo livello di Ortona e Vasto. E’ nata così l’organizzazione per intensità di cura, che ci permette di dare ai malati l’assistenza più appropriata nel luogo giusto, scelto in base al grado di severità della patologia e al quadro clinico. Ma anche la valenza dei professionisti ha inciso in modo significativo sui risultati ottenuti, perché Schips e Di Sebastiano sono eccellenti chirurghi che molti ci invidiano, e rappresentano senza dubbio un grande punto di forza della nostra offerta. D’altra parte la crescita dei volumi di attività dimostra con chiarezza che esprimono un forte appeal, specie in campo oncologico, conquistando spazi che porteranno entrambi in futuro a essere protagonisti nel panorama scientifico di questo Paese”.
All’area chirurgica multidisciplinare afferiscono anche altre unità operative, come la Chirurgia Maxillo facciale, Terapia del dolore, e Centro per il trattamento della calcolosi urinaria; è dotata di personale infermieristico dedicato, formato per la gestione dei casi chirurgici più complessi, e dispone di stanze di degenza attrezzate per il monitoraggio delle attività vitali dei pazienti operati.