Nella Asl Chieti si studia l’impatto dell’assistenza infermieristica sulla qualità delle cure

Chieti. La Asl Lanciano-Vasto-Chieti, tramite il Servizio aziendale professioni sanitarie (Saps), parteciperà allo studio RN4cast@Italia che intende valutare l’impatto dell’assistenza infermieristica sulla sicurezza del paziente e sulla qualità delle cure nei reparti di Medicina e Chirurgia generale degli ospedali italiani.

L’obiettivo è di pianificare con metodi innovativi il fabbisogno infermieristico del futuro. Per la Asl lo studio è coordinato dal dottor Giancarlo Cicolini, responsabile dell’area Ricerca e rapporti con l’Università del Saps nonché presidente del Collegio Ipasvi che rappresenta i 3.400 infermieri della provincia di Chieti, coadiuvato dal dottor Carlo Della Pelle.

“La relazione tra organico infermieristico e sicurezza delle cure è stata dimostrata dalla letteratura internazionale – sottolinea Cicolini – ed è accertato l’aumento del rischio di mortalità negli ospedali quale conseguenza della riduzione del personale infermieristico: un tema di grande attualità per l’Abruzzo, sul quale occorre riflettere con grande attenzione. Lo studio in provincia di Chieti coinvolgerà gli infermieri, i coordinatori infermieristici e i pazienti delle unità operative di Medicina e Chirurgia Generali di tutte le strutture afferenti alla Asl Lanciano Vasto Chieti, i quali saranno invitati a partecipare su base del tutto volontaria». A livello nazionale lo studio è promosso e coordinato da Loredana Sasso, professore associato del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Genova. All’interno della Asl, precisa Cicolini, saranno previste giornate formative accreditate ai fini ECM per i partecipanti, ulteriore riconoscimento per gli infermieri che prenderanno parte a questo importante studio che vede la nostra Asl, al momento, come l’unica Azienda sanitaria in Abruzzo a essere inclusa. La partecipazione allo studio rappresenta un’opportunità importante e unica per la Asl Lanciano Vasto Chieti e per i suoi dipendenti, in quanto «lo studio – spiega la professoressa Sasso -, a livello europeo e mondiale, ha messo in evidenza collegamenti e relazioni negli ambiti della competenza, della prestazione e della sicurezza dei pazienti misurando indicatori specifici di outcome. Sappiamo da esperienze internazionali che è possibile, pur nelle diversità dei sistemi assistenziali, a loro volta inseriti in contesti delle cure diversificati, percorrere la strada del confronto con chi prima di noi ha già posto in essere questo tema di ricerca. I vantaggi che si possono ottenere, al di là dei singoli atti concreti, sono l’opportunità di inserire il nostro Paese in una visione di sistema, e per le singole strutture partecipanti avere una fotografia aggiornata del proprio potenziale di servizio, analizzato con un modello che consente un confronto nazionale e internazionale, permettendo le opportune scelte strategiche aziendali”.

Il primo studio RN4cast in Europe ha coinvolto 12 Paesi europei, quattro Stati americani, Cina e Sudafrica e ha dimostrato che un rapporto infermiere/paziente appropriato e un ambiente di lavoro adeguato contribuiscono a migliorare la qualità assistenziale e la sicurezza del paziente. L’Italia è entrata nel Consortium RN4cast lo scorso febbraio ed è stata autorizzata a portare avanti lo studio, nel quale saranno arruolate le Aziende sanitarie e ospedaliere (su un totale di 7.960) che decideranno di aderire. Al momento hanno già deciso di aderire diverse strutture di tutte le regioni italiane.

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