Il virus torna a correre in tutta Europa.
A complicare la situazione, oltre alla variante Delta, è anche la ripresa del turismo come evidenzia il caso dei 130 studenti in visita a Malta ora bloccati sull’isola e impossibilitati a rientrare in Italia a causa della positività di 21 di loro. I giovani ed i loro accompagnatori sono ora in quarantena in un hotel Covid nella città di Qawra: per le regole maltesi l’isolamento è obbligatorio e a pagamento dei turisti fino all’esito del doppio tampone negativo.
Focolai che stanno spingendo i Paesi ad alzare le misure di sicurezza: da mercoledì a Malta potranno entrare solo coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni secondo quanto deciso dal vicepremier e ministro della Salute Chris Fearne dopo il quinto giorno consecutivo di aumento esponenziale dei contagi, contagi che nel 90% coinvolgono giovani stranieri.
In Italia il ministero della Salute ha lanciato l’allarme alle regioni per chiedere maggiori sforzi per monitorare la situazione e scongiurare un’impennata dei casi. Nella circolare che evidenzia “l’allerta internazionale alla variante Delta” si sottolinea che i casi di infezione sono spinti dalla ripresa dei viaggi e della vita sociale, della vita nei locali soprattutto in Paesi quali la Spagna ed il Portogallo.
I giovani sono i primi a contagiarsi e poi trasmettono contatti secondari di altre fasce di età: la movida è la prima causa di contagio infatti tutti i positivi riferiscono di aver partecipato a feste o altri eventi senza rispettare le misure di contenimento al virus quali il distanziamento e dove questo non è possibile l’uso di mascherine. Ne sono testimonianza, oltre al caso di Malta, il cluster che ha coinvolto gli studenti di ritorno da un viaggio alle Baleari.
Sempre nella missiva alle regioni si legge che i Paesi segnati in rosso e su cui porre una maggiore attenzione al momento dell’ingresso in Italia sono Spagna e Portogallo. Una previsione poi mette in guardia sull’incidenza della variante Delta che prenderà il sopravvento anche in Italia a partire dal mese di agosto (nell’ultimo monitoraggio si attesta nel nostro Paese già al 27% dei casi registrati, di cui l’88% è paziente non vaccinato).
La parola d’ordine diventa allora tracciare per evitare che il virus circoli indisturbato e contemporaneamente predisporre quarantena ed isolamento. Si richiede inoltre che vengano sequenziati con ordine di preferenza i vaccinati che si infettano insieme alla prosecuzione della campagna vaccinale, unica strategia di difesa come scrive il direttore generale del dipartimento Prevenzione Giovanni Rezza.
Chi oggi vuole entrare in Italia deve compilare il Passenger Locator Form ovvero il modulo di localizzazione digitale e seguire le altre regole, che cambiano da Paese a Paese, pubblicate sul sito del Ministero della Salute tra le quali rientrano anche aver effettuato il vaccino, o il tampone 48 ore prima della partenza, o essere guariti dal Covid.