“Conte ha riconosciuto la fondatezza delle nostre proposte e ha detto che ne terrà conto. Ha anche detto che il rapporto con le Regioni, attraverso il sottosegretario Crimi, sarà reso il più scorrevole possibile e ha infine ha parlato di una norma generale quadro, altrimenti ad ogni sisma si ricomincia daccapo”.
Così il presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi sulla ricostruzione post terremoto, al quale hanno partecipato il premier Giuseppe Conte, il sottosegretario Crimi e i governatori di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Non era presente invece il commissario per la ricostruzione Piero Farabollini.
“Abbiamo espresso in modo molto garbato, ma molto fermo, le questioni riguardanti la ricostruzione, a partire da quella della governance. Le ricostruzioni funzionano quando la decisione si avvicina al territorio, quando responsabilizzi il territorio, quindi soprattutto i Comuni e, naturalmente, anche le Regioni.
Con il decreto Genova siamo invece andati in direzione opposta e questo non funziona”, dice Lolli.
Le regioni chiedono anche il “potenziamento del personale. Noi siamo adesso al picco delle pratiche depositate. Parliamo soprattutto di pratiche per la ricostruzione leggera. E sono troppo poche le persone che si occupano di queste pratiche, quindi se rimaniamo con questa situazione i tempi della ricostruzione si allungheranno e i costi si aggraveranno. Infine, c’è il problema della semplificazione delle procedure. Questo vale anche per la ricostruzione pubblica.
Noi non possiamo utilizzare per una ricostruzione così complessa come quella di un sisma procedure che sono fondamentalmente ordinarie perché’ questo dilata i tempi. D’altra parte – ha sottolineato Lolli – a Genova mi sembra che questo problema sia stato ben presente, tanto è vero che si è stabilita una procedura particolare. Ecco, secondo me, la ricostruzione post terremoto richiederebbe lo stesso”.