Scuola, il piano di Draghi: lezioni fino al 30 giugno

ll prossimo governo dovrà “modulare il calendario scolastico per recuperare i numerosi giorni persi. Le scuole italiane sono rimaste chiuse più che nel resto d’Europa”.

E’ stata questa la dichiarazione sulla scuola resa dal presidente incaricato Mario Draghi ai gruppi parlamentari, incontrati in questi giorni di consultazioni.

L’ipotesi avanzata da Draghi, dunque, è un allungamento del calendario scolastico di un mese, fino a tutto giugno (30 giugno), così da consentire agli studenti di recuperare le tante, troppe, assenze dovute al Covid.

Tra i primi pensieri del presidente incaricato ci sono i giovani e la loro formazione, quale motore di sviluppo del Paese. La scuola è tra i primi cinque punti delineati da Draghi alle forze politiche insieme a sanità (campagna vaccinale), lavoro (per tutelare soprattutto chi lo ha perso), imprese e ambiente.

Quale sia l’idea concreta di scuola da parte di Mario Draghi è difficile da delineare, al momento l’unica certezza sono i 29 miliardi del Recovery plan per rilanciare l’istruzione che è inserita nel programma del premier incaricato alla voce “riforme strutturali”.

In cosa consisterà il nuovo calendario, a parte il prolungamento di 30 giorni, ancora non è stato reso noto e sarà compito del prossimo ministro dell’Istruzione farlo.

Intanto i Presidi hanno già fatto sapere che “il prolungamento dell’anno scolastico e il cambiamento in corsa del calendario è complesso”.

Il sindacato Snals si è detto contrario all’allungamento dell’anno scolastico e ha dichiarato, tramite la segretaria Elvira Serafini, che “l’intervento del prof. Draghi, sul mondo della scuola, lascia perplessi. Nell’affermare che l’anno scolastico debba proseguire mostra di dare per scontato che nulla fino ad oggi sia stato fatto annullando con un colpo di spugna tutto il lavoro di mesi”. A questa dichiarazione si è aggiunta quella della Cgil “La scuola ha retto e ha fatto la sua parte, la soluzione non è il prolungamento”.

Se la durata dell’anno scolastico è decisa dalla legge, e modulata dalle regioni, il problema per la proposta del premier incaricato è che deve fare i conti con la realtà, e non è solo nel numero di giorni (che comunque pone dei problemi tecnici come le ferie dei professori e il caldo estivo, con classi che non hanno i condizionatori) ma anche il pensare agli imminenti esami di maturità (che vanno regolamentati, e non si possono far slittare troppo in avanti) e soprattutto a come impostare il rientro in sicurezza a settembre (su questo Draghi una proposta l’ha avanzata vaccinare subito gli insegnanti e avere tutti i professori in cattedra senza più posti vacanti, principio che tuttavia si scontra con le graduatorie impostate sul doppio canale).

Valentina Fratò

 

 

 

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