Sant’Egidio alla Vibrata. Era diventata una presenza più che scomoda all’interno della struttura ricettiva. Per il titolare, il personale, ma anche per i clienti.
In una circostanza aveva minacciato il titolare con un coltello, in una seconda con il collo di una bottiglia rotta in precedenza. Insomma, un clima di fastidio, e a volte di paura, che avevano generato più di una querela nei confronti dell’uomo, originario di Corropoli, ospitato nell’albergo di Sant’Egidio alla Vibrata dopo il sisma del 2016.
Per l’uomo, però, ora è scattata una misura cautelare in carcere. I carabinieri della stazione di Sant’Egidio alla Vibrata, infatti, hanno arrestato Luigino Rulli, 53 anni, per atti persecutori. Il provvedimento è stato firmato dal gip del tribunale di Teramo, Marco Procaccini, su richiesta del pm Francesca Zani, titolare dell’inchiesta.
La vicenda. Gli episodi cristallizzati dai carabinieri, nell’informativa trasmessa in procura, molto frequenti nel corso dell’ultimo anno.
Numerosi, peraltro, erano gli interventi dei carabinieri nella struttura vibratiana e del personale medico-sanitario del 118 per le furibonde liti e le continue violenze commesse dal 53enne verso il titolare e gli altri residenti.
Il provvedimento in questione ha preso forma al culmine di prolungate indagini dell’Arma avviate con le numerose denunce-querele presentate dal titolare dell’Hotel, sfinito per dover sopportare un’ospite sicuramente sgradito, dal cuoco e da una decina di ospiti elle struttura.
Dagli accertamenti, infatti, è emerso che il 53enne, soprattutto dopo aver fatto uso smodato di bevande alcoliche, era solito importunare gli avventori dell’albergo dando loro fastidio e quando veniva richiamato dal titolare ad assumere modi più urbani e tranquilli per non arrecare disturbo altrui, si scagliava contro la sua persona con veemenza asserendo che la struttura faceva schivo ed in taluni casi colpendolo con schiaffi e calci. Il trattamento era riservato anche al cuoco, evidentemente per alcune pietanze non di suo gradimento, arrivando a minacciarlo di morte mettendogli – in segno di sfida – due dita sotto la gola.
Peggio invece è andata ad una cliente, intervenuta per difendere un ospite aggredito, alla quale le ha storto con violenza un dito, mandandola in Ospedale con una prognosi di 7 giorni, mentre altri – quando si trovava su di giri – venivano strattonati e spintonati volutamente senza alcun apparente motivo oppure venivano insultati ed apostrofati con epiteti e frasi minacciose ed ingiuriose anche a sfondo razziale per la provenienza regionale.
L’uomo, dopo le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Castrogno.