Giulianova. Riceviamo e pubblichiamo integralmente la testimonianza di una paziente giuliese, ricoverata in Pronto Soccorso e poi operata nel nosocomio Teramo. Un’esperienza personale di “buona sanità” con alcune riflessioni sul sistema abruzzese e le scelte politiche su ospedali e politica.
La lettera:
La buona sanità.
Di questi tempi dare una testimonianza di buona sanità è cosa rara ma giusta.
Esperienza personale al reparto neurochirurgia di Teramo.
Di sabato al pronto soccorso di Giulianova, il martedì seguente in sala operatoria a Teramo per operazione meningioma a cura dei dottori Danilo e Corrado Lucantoni, padre e figlio.
Oltre alla professionalità dei due chirurghi ho riscontrato l’umanità e la predisposizione degli infermieri e di tutto il personale che si sono sempre rivolti con un sorriso verso i pazienti. Al giovane Lucantoni ho rivolto una domanda, dato che dalla mattina alle 8 fino alla sera alle 21 l’avevo visto in reato: “Dottore ma lei è un pò stakanovista? Risposta: no questa è casa mia.
In un reparto dove si salva la vita a tante persone, come in altri, ci deve essere la cura del paziente anche dal punto di vista della struttura: camere adeguate con personale specializzato. Pare che tutto questo non ci sarà dopo i tagli che verranno effettuati.
Durante la degenza ho avuto modo di riflettere sulle “storielle” che raccontano i ns. governanti e sulla favola dell’ospedale unico che ci viene raccontata ogni volta che si deve fare incetta di voti.
Ora è il periodo del referendum e si vuole intercettare qualche sì dagli indecisi promettendo un ospedale grande e specializzato. Perché non incentivare i reparti esistenti e rafforzare il personale medico e paramedico in modo da dare risposte alle utenze del territorio?
Sfatiamo le promesse che se vince il si avremo una sanità migliore: nella nuova sanità ci saranno Regioni di serie A e di serie B perché la programmazione e l’organizzazione dei servizi sanitari rimarrà appannaggio delle regioni e non tutte possono “pescare” in un’equa ricchezza del federalismo fiscale.
Si spera che i nostri politici puntino al potenziamento dei reparti di eccellenza già esistenti e che il nuovo ospedale, se ci sarà, possa essere una frontiera per arginare le migrazioni verso gli ospedali che si trovano dalle Marche e ancora verso nord.
Lettera firmata