Riparte, nonostante tutto, l’operazione “Salvafratino Abruzzo 2020”: lettere a Comuni, Guardia Costiera e aree protette per controllare la nidificazione non appena sarà passata l’emergenza.
La stagione riproduttiva del Fratino si è ormai avviata anche sulla costa abruzzese. Il Fratino, Charadrius alexandrinus, è un piccolo uccello trampoliere che nidifica sulle spiagge di tutta Italia da fine marzo a tutto luglio (i periodi variano a seconda delle regioni e dell’andamento stagionale). Una specie purtroppo in fortissimo decremento, nel nostro Paese come in tanti altri, a causa soprattutto dell’occupazione pressoché totale del litorale durante la stagione balneare, delle pulizie meccaniche delle spiagge che distruggono nidi e uova e del disturbo da parte di cani e gatti vaganti che si aggiungono ai predatori naturali.
Secondo i dati del Progetto Salvafratino Abruzzo, portato avanti da anni dall’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano” e dal WWF Abruzzo, le nidificazioni sono attualmente circa 50 a stagione e non tutte hanno successo: un numero così esiguo da mettere a rischio la stessa presenza della specie nella nostra regione.
«Sicuramente sarà una stagione particolare perché per la prima volta da decenni le spiagge, fino a quando vi sarà il blocco delle attività per l’emergenza legata al Coronavirus, saranno libere e con un disturbo antropico fortemente ridotto – dichiara Filomena Ricci, delegata del WWF Abruzzo. – Ci rendiamo perfettamente conto che questa emergenza sta avendo e avrà ripercussioni molto pesanti su tutta la filiera del turismo, così importante per l’economia regionale. Siamo per questo vicini agli operatori del settore e alle loro famiglie e ci uniamo a quanti stanno chiedendo aiuti concreti per tutte le categorie che stanno vivendo un’emergenza economica accanto a quella sanitaria».
Lo stop forzato che purtroppo le attività umane stanno subendo per garantire la tutela della salute pubblica e la stessa tenuta del sistema sanitario, consentirà comunque di verificare le reazioni della natura, libera di riprendersi spazi di solito preclusi. È per questo importante, sul piano scientifico, cercare di raccogliere i dati sulle nidificazioni per avere informazioni utili anche per i prossimi anni. D’altra parte è altrettanto importante essere pronti a tutelare le coppie che potrebbero essere ancora nella fase riproduttiva al riavvio delle attività di pulizia delle spiagge e della posa degli ombrelloni. Non appena sarà possibile tornare sulle spiagge, se ci saranno ancora nidi uova e piccoli di Fratino, sarà necessario fare tutto il possibile per evitare che sia inferto un colpo mortale alla residua popolazione presente sulla costa abruzzese.
«Sappiamo – spiega Filomena Ricci – che di fronte all’emergenza che stiamo vivendo tutto passa in secondo piano, ma alcune azioni possono essere svolte anche in questo periodo. Stiamo contattando le aree protette litoranee, la Guardia Costiera e i Comuni affinché siano preparati a dare disposizioni per la tutela non appena si potrà tornare alla gestione ordinaria. Le attività di ricerca scientifica possono intanto continuare laddove ve ne sia necessità e sia possibile ai sensi dei decreti in vigore. Ovviamente in questo momento ci sono altre priorità, soprattutto per i Comuni. Proprio per questo come Progetto Salvafratino Abruzzo siamo disposti a dare la nostra collaborazione nei modi e nei tempi previsti dalle norme. Sarebbe imperdonabile non adottare quelle piccole accortezze che potranno garantire la tutela di una specie a rischio di estinzione sulle nostre coste. Da questa pandemia possiamo venir fuori un po’ migliorati anche attraverso un nuovo approccio verso la biodiversità che ci circonda e da cui, ora lo sappiamo ancor meglio, dipende la nostra stessa vita».