Differenziarsi, destagionalizzare il turismo e internazionalizzarlo continuando a prendersi cura dei territori per evitare il rischio di turistificazione.
Si potrebbe riassumere così presente e futuro del turismo in Abruzzo, una regione fatta di luoghi che si sono avvicinati in tempi relativamente recenti a questo comparto, importante per il paese e per le economie locali.
Partendo dallo stato dell’arte in regione, abbiamo indagato sulle (notevoli) potenzialità turistiche dell’Abruzzo, fermandoci nel nostro viaggio ad Aielli (L’Aquila), un piccolo paese che fino a 8 anni fa non aveva mai visto un turista e oggi conta decine di migliaia di presenze l’anno, esempio virtuoso di sostenibilità e convivenza tra comunità locali e turisti. Una coabitazione non sempre salutare per i territori.
Basti pensare a tutto il dibattito in corso sulla turistificazione, processo socio-economico in atto in molte città del mondo, secondo il quale un luogo abitato diventa nel tempo esclusivo oggetto di consumo turistico. Si tratta di una dinamica che tuttavia, secondo alcuni studiosi delle aree interne, sarebbe molto lontana dal verificarsi.
L’Abruzzo è una regione fortemente eterogenea dal punto di vista della proposta, potendo contare su oltre 130 chilometri di costa, un importante tratto della catena appenninica e numerose città e paesi d’arte.
Come si compone l’offerta turistica abruzzese
Oggi i poli attrezzati ad accogliere i flussi di turismo in Abruzzo sono principalmente tre: la fascia costiera, il capoluogo regionale e i piccoli comuni interni del sud.
Questo dato emerge chiaramente analizzando l’offerta di posti letto negli esercizi turistici, considerando tutte le tipologie, dagli hotel ai b&b. In tutto 116.929 posti letto in regione, nel 2021.
Tutti i comuni con la maggiore offerta di posti letto si affacciano sull’Adriatico. Quello con più posti è Roseto degli Abruzzi, sulla costa teramana, con oltre 10mila posti in 103 strutture censite. Seguono i vicini comuni di Tortoreto, Giulianova e Martinsicuro, che precedono Vasto, città della costa sud.
Tra i 10 comuni con più posti letto totali, 9 sono costieri. Il decimo è L’Aquila, a pari merito con Ortona, in provincia di Chieti (2.862 posti letto ciascuno). Con una differenza fondamentale: a parità di posti offerti, L’Aquila li distribuisce su 177 esercizi ricettivi, mentre nel comune della costa chietina sono concentrati in 64 strutture. [la mappa comune per comune]
Ed è infatti questa la principale differenza tra i comuni della costa e gli altri in Abruzzo
Nei territori costieri, ogni esercizio censito dispone in media di oltre 60 posti letto, a fronte di una media regionale pari a circa 35. Quasi il doppio, dunque. Nei comuni non litoranei, ogni struttura ha in media 19,7 posti.
Nelle aree montane, invece, uno dei casi più interessanti degli ultimi anni è quello di Aielli, paese della Marsica che conta un migliaio di abitanti e in cui, fino a un decennio fa, non c’era turismo.
Si tratta di una crescita pianificata nel tempo. È stato infatti deciso di “sacrificare” risorse in bilancio per alcune voci di spesa, dirottandole su arte e cultura. Un esempio è stato l’impiego di 15mila euro volti a finanziare l’intera trascrizione del capolavoro “Fontamara” di Ignazio Silone su un muro del paese. Una cifra non indifferente a un comune così piccolo, ma che ha aperto la via a decine di opere, anche di artisti internazionali, come il palestinese Taqui Spateen e lo spagnolo Okuda San Miguel, che ha firmato l’ingresso nel centro abitato, in un’immagine diventata oggi icona del paese.
Il Pnrr per il turismo
Il Pnrr prevede una serie di misure dedicate al rilancio del turismo dopo la pandemia. Gli interventi finanziati hanno il duplice obiettivo di innalzare la capacità competitiva delle imprese del settore e di promuovere un’offerta turistica basata su sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione dei servizi. L’ammontare delle risorse nel Pnrr per questo comparto è 2,8 miliardi di euro [gli investimenti del Pnrr turismo]
Tuttavia, allo stato attuale, nella stragrande maggioranza dei casi non è ancora possibile conoscere i destinatari di queste risorse.
I fondi di diretta competenza del ministero del turismo non sono gli unici che possono avere un impatto positivo sui flussi dei visitatori. Per esempio possiamo citare alcuni investimenti di competenza del ministero della cultura.
Investimenti in questo senso sono previsti anche con il fondo complementare al Pnrr (Pnc), dedicato anche alla ricostruzione post-sisma. Al rilancio del settore turistico è infatti prevista una specifica sottovoce denominata Turismo, cultura, sport e inclusione. Come abbiamo già raccontato, anche nel caso di questi fondi, affidati alla gestione del commissario straordinario per la ricostruzione, non è possibile conoscere la ripartizione territoriale di tutte le risorse stanziate ma solo di una parte. Si tratta di 34,8 milioni di euro, rientranti negli investimenti del fondo complementare che possono avere un impatto positivo in termini di flussi turistici per l’Abruzzo.
Tra gli interventi di cui si conosce già la quantità di risorse assegnate possiamo osservare che l’investimento più consistente riguarda il museo nazionale d’Abruzzo (Munda) dell’Aquila per cui sono stati stanziati in totale 8 milioni di euro. Un altro investimento particolarmente consistente riguarda i lavori alla stazione di valle della funivia per il Gran Sasso, sempre nel comune dell’Aquila (1,9 milioni di euro).
Altri interventi rilevanti riguardano i comuni di Montorio al Vomano (1,7 milioni), Teramo (1,6 milioni) e Torre de’ Passeri (1,2 milioni). Inoltre circa un milione e mezzo di risorse sarà distribuito tra diversi comuni per lavori di potenziamento e riqualificazione del Cammino Italia. [l’elenco degli interventi finanziati in Abruzzo]
È interessante notare che, sebbene ci siano alcuni investimenti dedicati anche a interventi sugli impianti sciistici (circa 2 milioni) una quota consistente dei fondi è volta al potenziamento e alla manutenzione di percorsi, cammini e piste ciclopedonali. Parliamo di circa 7,6 milioni di euro (pari a circa il 22% delle risorse stanziate a questo fine). Con i fondi per la ricostruzione quindi si vuole anche valorizzare un tipo di turismo più sostenibile, detto anche “turismo lento”. (Studio Openpolis)