La Guardia di finanza di Catanzaro ha arrestato e posto ai domiciliari quattro persone nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica del capoluogo su presunti illeciti nella gestione del servizio di elisoccorso in Calabria.
Gli arrestati sono un dirigente dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, un dirigente della Regione Calabria e due manager di una società operante nel settore dell’elisoccorso. L’accusa nei loro confronti é di concorso in turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Contestualmente agli arresti sono state eseguite perquisizioni in Calabria, Lombardia e Veneto
Un bando “su misura”, concepito per favorire una ditta nell’assegnazione del servizio di elisoccorso in Calabria. E’ l’ipotesi che ha portato all’arresto, su mandato della procura della Repubblica di Catanzaro, quattro persone, finite ai domiciliari. I provvedimenti sono stati eseguiti stamane dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria del capoluogo calabrese. “La Punta” è il nome dato in codice all’operazione, eseguita, in Calabria, Lombardia e Veneto. Le misure cautelari riguardano un dirigente dell’A.s.p. di Catanzaro, un dirigente della Regione Calabria e due manager della “Babcock Mission Critical Services Italia spa”, tutti indagati per concorso in “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente”.
Le indagini della Guardia di Finanza, condotte anche con l’ausilio di articolate indagini tecniche, avrebbero Consentito di riscontrare la sussistenza di accordi collusivi tra gli indagati tesi ad alterare il contenuto del capitolato tecnico della gara d’appalto, del valore di oltre 100 milioni di euro, prevista per l’affidamento del servizio di elisoccorso sanitario Hems (acronimo di helicopter emergency medical service) nella regione Calabria, in favore della multinazionale.
Le indagini, in particolare, avrebbero permesso di accertare che i due pubblici ufficiali indagati, incaricati di predisporre il capitolato tecnico della nuova gara d’appalto, avrebbero “reiteratamente intrattenuto contatti ed incontri con il management della “Babcock Mcs Italia spa” finalizzati a concordare la linea da seguire per incorporare, nel redigendo capitolato, i requisiti voluti dalla società, così – scrivono gli inquirenti – da confezionare un bando su ‘misura’, in spregio dei principi di imparzialità dettati dal legislatore in materia di appalti”.
Per riuscire nell’intento, secondo l’accusa, i manager della società davano svariate dritte ai dirigenti pubblici su come “confezionare” il capitolato. Nel corso di una conversazione due arrestati discutono su quale modello adottare. “Dobbiamo fare il modello Basilicata o Abruzzo?”, chiede il direttore commerciale dell’azienda. Alla fine decidono per il modello Abruzzo. “Prendiamo il modello Abruzzo, ultimo, ma velocemente entro maggio, sempre che coincidono i nomi, sul gruppo di lavoro deve emergere, fammelo avere, mi porto avanti con il lavoro”, risponde il responsabile delle ‘Rete dell’emergenza urgenza’. Si riferiscono al modello di capitolato adottato dalla Regione Abruzzo, territorio in cui la Babcock aveva vinto la gara d’appalto.