Con una stagione turistica compromessa per via dell’emergenza coronavirus, la Regione Abruzzo e le associazioni di settore scenderanno comunque in campo per elaborare nuove strategie per salvare il salvabile.
In prima linea l’assessore regionale Mauro Febbo, al suo fianco Gianluca Grimi di Assoturismo Teramo per capire dove poter intervenire e in che modo. L’Abruzzo, tra stranieri e italiani, perderà circa il 50 per cento delle presenze turistiche che ogni anno ammontavano a circa 6milioni. E considerando che circa il 60 per cento si concentra in provincia di Teramo, si capisce che una buona fetta di territorio regionale accuserà una crisi economica e occupazionale non di poco conto.
La soluzione da mettere in campo e che sembra essere condivisa anche da Assoturismo è quella di puntare su un turismo di prossimità. Ovvero attirare l’attenzione dei cittadini residenti nelle regioni limitrofe, soprattutto il Lazio, l’Umbria, una parte della Campania. La costa teramana, ma in generale un po’ tutto il territorio abruzzese, vanta una serie di strutture all’avanguardia nel settore turistico.
Villaggi, B&B, agriturismi, campeggi, alberghi. Dunque puntare sulla qualità dell’offerta, sulla competitività dei prezzi, sul rapporto quindi qualità prezzo dei servizi offerti. Quando questa strategia verrà messa in campo? Nel momento in cui si uscirà dal tunnel in cui il sistema Italia è finito per via del coronavirus. Secondo gli esperti siamo nei giorni in cui il contagio raggiungerà il picco.
Dalla prossima settimana dovrebbe iniziare una parabola discendente che dovrebbe portare alla fine del mese di aprile ad essere quasi del tutto fuori dall’emergenza dettata dal CoVid19. Si conteranno i morti, i danni, ma si cercherà di rialzarsi puntando molto sul rilancio della stagione turistica 2020, su quel turismo di prossimità che potrebbe regalare una speranza a molte imprese del settore.