Rallenta la crescita in Abruzzo, come nel resto del Paese, nel 2022, dopo la marcata ripresa del 2021.
Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER), elaborato dalla Banca d’Italia, il prodotto sarebbe cresciuto del 3,3% (al di sotto del dato nazionale al 3,7%), con una dinamica che si è progressivamente attenuata nel corso dell’anno.
Dopo la marcata ripresa del 2021, dunque, i livelli di attività nell’industria in senso stretto, sono tornati lievemente a ridursi, restando al di sotto dei valori del 2019.
L’indagine della Banca d’Italia su un campione di imprese industriali in Abruzzo, ha rilevato nel 2022 un indebolimento delle vendite a prezzi costanti, in particolare per le piccole imprese e per quelle orientate prevalentemente al mercato interno. Si sono poi registrati aumenti di prezzo, diffusamente praticati per far fronte ai rincari energetici e a seguito del conflitto in Ucraina, per i quali si è riuscito a contenere la contrazione dei margini di profitto, mentre, sempre a causa della guerra, le tensioni lungo le catene globali di approvvigionamento hanno determinato rallentamenti produttivi nel principale comparto dell’industria manifatturiera regionale, ovvero l’automotive.
Le buone notizie, dal rapporto di Banca d‘Italia sull’andamento dell’economia in Abruzzo, giungono dall’aumento dei consumi e dalle opportunità offerte dal Piano Nazionale di ripresa e resilienza.
I settori trainanti, a livello regionale, sono il Farmaceutico, l’Agroalimentare, Costruzioni e Turismo.
In particolare nel farmaceutico significativa la crescita dell’Export che, complessivamente, nel comparto manifatturiero in Abruzzo, è cresciuto del 2.1%. Ricostruzione Post Sisma e Bonus 110 hanno garantito l’espansione in modo marcato, dell’attività nel comparto Costruzioni, mentre, anche se ad un ritmo decisamente inferiore rispetto al 2021, aumentano dell’8,7% le compravendite di abitazioni. Nel terziario si è completato il recupero dei livelli di attività precedenti l’emergenza sanitaria. Il commercio ha beneficiato della ripresa dei consumi (+5,5% a prezzi costanti). Le presenze turistiche si sono, invece, collocate al di sopra dei valori rilevati prima della pandemia con un’entusiasmante +23% rispetto al 2021, grazie anche alla forte presenza di turisti stranieri.
Si è complessivamente indebolita la dinamica dell’occupazione in Abruzzo, nel 2022, dopo un confortante recupero nell’anno precedente.
Questo emerge dal rapporto di Banca d’Italia sull’economia nella nostra regione.
Un calo dello 0,3% condizionato dalla diminuzione registrata tra i lavoratori autonomi. In controtendenza, invece, il dato sull’occupazione femminile che prosegue la sua ripresa, già abbondantemente penalizzata durante l’emergenza sanitaria, con un +1,4% rispetto al 2021.
Tra i lavoratori alle dipendenze, la crescita delle nuove posizioni lavorative è stata meno sostenuta rispetto all’anno precedente, anche se nei primi mesi dell’anno in corso sono emersi segnali di rafforzamento. La creazione di posti di lavoro ha riguardato esclusivamente le forme contrattuali a tempo indeterminato, alimentate anche dall’elevato tasso di conversione di pregresse posizioni a termine. Le attivazioni nette sono state trainate principalmente dai comparti del terziario e delle costruzioni. In quest’ultimo, secondo le stime di Banca d’Italia, un significativo contributo alla crescita dell’occupazione potrebbe derivare dalla realizzazione dei progetti finanziati dal PNRR.