Sono 57 le sospette reazioni avverse associate all’uso medico della cannabis, di cui 15 tra luglio e dicembre 2017. Il dato, contenuto nell’ultima relazione semestrale del Sistema di fitosorveglianza coordinato dall’Istituto superiore di sanità (Iss), si riferisce al periodo compreso tra il 2014 e 2017.
Il monitoraggio di queste reazioni alle preparazioni magistrali è previsto dal decreto del 9 novembre 2015, ma al Sistema di fitosorveglianza ne sono arrivate alcune che erano state raccolte dai medici anche prima di quella data, e risalgono fino al 2014. In 9 casi si è trattato di reazioni avverse gravi, e in 3 sono dipese da una dose presa erroneamente in quantità superiore a quella prescritta.
In generale l’età media dei pazienti coinvolti era 60 anni, di cui il 77% donne. La maggior parte delle segnalazioni (67%) è arrivata dagli operatori sanitari della Toscana, seguiti da quelli di Piemonte, Liguria, Veneto, Lombardia e Abruzzo.
La cannabis era usata principalmente per trattare il dolore neuropatico, e poi come terapia palliativa, per inappetenza, dolore oncologico e cefalea.
Diversi i tipi di reazione avversa segnalati: psichiatriche (con alterazioni dell’umore, crisi di panico, allucinazioni visive, stordimento), dermatologiche, allergiche, gastrointestinali e anche di inefficacia.