L’estate 2021 conferma la vocazione cicloturistica della regione Abruzzo, con migliaia di turisti in bicicletta che hanno affollato percorsi ciclabili e strade a basso traffico, visitando, in particolare, la ciclovia dei Trabocchi, non ancora completata interamente seppure ampiamente pubblicizzata da anni come itinerario turistico.
Purtroppo, però, diversi sono i punti critici che rendono l’esperienza abruzzese dei turisti in bicicletta deludente. Ad iniziare dalla rete regionale di servizi per i cicloturisti, denominata “Abruzzo Bike Friendly”, annunciata all’inizio del 2020 con entusiasmo dall’allora assessore regionale Di Febbo e mai realmente partita, fino alla Ciclovia Adriatica, ancora incompleta e inadeguata in diversi punti, tanto da sconsigliare diversi ciclisti dall’utilizzarla, soprattutto nei mesi estivi.
E, tra le tante criticità, c’è anche il trasporto delle biciclette sui treni regionali, gratuito dal 2017, che in questi ultimi mesi ha visto aumentare a dismisura le richieste da parte di turisti e pendolari. Richiesta che ha portato Trenitalia ad aumentare, sui treni Minuetto, i posti bici fino a 6 a convoglio, seppure con un sistema di rastreliere sospese che creano più di un problema; aumento che spesso non riesce a soddisfare la crescente domanda ma che, grazie anche alla buona volontà del personale viaggiante, permette comunque, quasi sempre, di trovare posto sulle carrozze gestite dalla società nazionale.
Ma, è qui i nodi vengono al pettine, il punto debole della catena del cicloturismo è costituito dalle corse ferroviarie gestite dalla TUA, società regionale di trasporti, che con una circolare del luglio 2020, ha imposto il numero massimo di due biciclette trasportabili a bordo di ogni convoglio.
Risultato: decine di cicloturisti appiedati, dopo aver pagato il biglietto, e centinaia di recensioni negative sui social di turisti, anche stranieri, che stigmatizzano la mancanza di un servizio fondamentale per i ciclisti, in un contesto che, a parole, vuole mostrarsi come accogliente per una forma di turismo che, solo in Italia, muove oltre 5 miliardi di utili.
A nulla, fino ad oggi, sono valse le proteste di singoli e associazioni, FIAB in testa. La società di trasporto regionale non sembra aver intenzione di attrezzare i propri mezzi per trasportare più di due biciclette a corsa. E poco importa se i turisti in bicicletta, magari attirati dalle tanto decantate bellezze della costa dei trabocchi e dalle spiagge attrezzate del teramano e del pescarese, avranno una brutta esperienza vedendosi negato un servizio per il quale, tra l’altro hanno già pagato, e vidimato, il biglietto.
“Abruzzo, che spettacolo!” recita una serie di spot che vorrebbero promuovere la nostra Regione. Uno spettacolo poco edificante, in realtà, almeno per quanto riguarda l’accoglienza dei cicloturisti sui treni gestiti dalla TUA.
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