Pescasseroli. “Era dai tempi del fondatore Erminio Sipari (1923), e, in quelli più recenti, dalla nomina di Michele Cifarelli (1983) che il Parco d’Abruzzo non aveva un Presidente di chiara espressione politico-partitica. Oggi, con il nominato Antonio Carrara di Pettorano sul Gizio, Anche il Parco d’Abruzzo fa il salto indietro di qualità passando dai tecnici ai politici, rinvigorendo quel poltronificio di cui la politica va sempre alla disperata ricerca per soddisfare i suoi tanti pretendenti o per ‘colonizzare’ enti pubblici, specie dopo ogni elezione, con la necessità di accontentare chi non ha avuto la fortuna di entrare in Parlamento (italiano o europeo)”.
Lo ha dichiarato Franco Zunino, Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness, già primo studioso sul campo dell’Orso marsicano.
“Sono ormai passati gli anni in cui i Parchi erano snobbati – aggiunge Zunino – quando non boicottati dal mondo della politica; da quando i politici hanno scoperto che i Parchi non erano solo vincoli e che potevano essere carrozzoni attorno ai quali far girare finanziamenti pubblici, le loro cariche fanno gola a tutti. E questo anche a causa di quegli ambientalisti che, quando fu approvata la legge quadro sui Parchi (la cosiddetta 394), vollero mantenere quella costosa follia burocratica degli Enti autonomi; loro stessi (gli ambientalisti) alla ricerca di posti ai vertici delle varie Direzioni. Cosa che è regolarmente poi avvenuta! Come si diceva, da pochi giorni anche il famoso e prestigioso Parco d’Abruzzo (che, sempre per alimentare il giro di soldi, e sempre grazie alla politica, fu poi ribattezzato, quasi ridicolmente, in Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise) ha un nuovo Presidente “politico”. A sostituire il tecnico Giuseppe Rossi, già Presidente e poi Commissario straordinario, è stato nominato Antonio Carrara, ex Presidente della Comunità Montana Valle Peligna, persona certamente degnissima, ma che però, stranamente, sembra non piacere neppure a tanti Sindaci e cittadini di quasi tutti i Paesi del Parco, alcuni della sua stessa linea politica (il Partito Democratico). Questo per dire quanto lavoro ed impegno dovrà mettere il nuovo Presidente per guadagnarsi quella fiducia necessaria sia dei cittadini del Parco, sia delle associazioni ambientaliste e degli ambientalisti i quali, praticamente tutti, avevano appoggiato e sostenuto la riconferma della Presidenza del Parco al Dott. Giuseppe Rossi, già dipendente dello stesso Parco, di origini locali (Civitella Alfedena, AQ) e molto vicino al mondo degli ambientalisti proprio per i sui trascorsi alle dipendenze dell’Ente negli anni turbolenti che vanno dalla fine degli anni ’60 al 2000. Anche l’AIW ne aveva appoggiato la riconferma, specie da quando negli ultimi tempi Rossi sembrava avere, se non sposato, almeno condiviso molte delle sue proposte per salvare dall’estinzione l’Orso marsicano, ovvero con un crescendo senso pratico ed operativo a fronte di tante, troppe, elucubrazioni scientifiche volte più a mantenere apparati e poteri personali che non ad agire per salvare l’orso”.
Per il Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness “al nuovo Presidente spetterà quindi un compito immane. Il Parco d’Abruzzo è certamente il Parco italiano più gravato di problemi sociali e ambientali; avrà gli occhi puntati addosso sia dal mondo della politica (specie quella locale, giustamente interessata più alla socio-economia del Parco che non al mondo della natura), sia da quella degli ambientalisti (interessati invece alla conservazione degli aspetti naturalistici e, soprattutto, alla salvaguardia dell’Orso marsicano e del ceppo originario del Camoscio d’Abruzzo)”.
Anche l’AIW continuerà a dire la sua, “rassegnata ormai al fatto che con la mancata nomina di Giuseppe Rossi, si dovrà, forse e purtroppo, attendere ancora un altro anno prima di riuscire a mettere in campo quelle azioni pratiche a sostegno dell’Orso marsicano da anni vanamente proposte, intendendo con questo quelli che sono gli ormai famosi 5 Punti del suo programma propositivo – a meno che Carrara non si riveli più persona con senso pratico che non politico, cosa che speriamo! Perciò, nonostante tutto, dobbiamo essere fiduciosi, perché il Carrara è comunque un abruzzese, e la gente d’Abruzzo ha sempre amato il proprio Orso e siamo convinti che egli farà di tutto per salvarlo; perché proprio nei prossimi cinque anni si giocheranno le carte fondamentali. O si cambierà il drammatico trend negativo attuale dell’Orso marsicano e della sua gestione o assisteremo alla sua estinzione”.