Pescara. Uno strumento utile per quanti in Abruzzo, tra amministratori e rappresentanti del partenariato sociale, siano interessati alla tematica dei finanziamenti europei. Così l’assessore alle Riforme Istituzionali, Carlo Masci, ha definito i Quaderni della scuola di Sussidiarietà Abruzzo, presentati, questa mattina, a Pescara, nell’ambito del I Expò della Sussidiarietà, insieme al direttore generale della Compagnia delle Opere Abruzzo Molise, Antonio Dionisio. Evento organizzato dall’assessorato regionale alle Riforme Isituzionali in collaborazione con la CdO Abruzzo e Molise, in svolgimento al Padiglione espositivo dell’Ex Cofa.
“Rispetto all’utilizzo dei fondi strutturali europei 2014-2020 – ha affermato Masci – l’Europa ci chiede una programmazione partenariale che coinvolga direttamente gli attori del territorio. Tuttavia, troppo spesso in Italia manca proprio quella capacità necessaria per individuare le potenzialità dei territori. Inoltre, chi si trova a ricoprire ruoli istituzionali non sempre possiede le competenze e le conoscenze adeguate per riuscire ad ottenere tali risorse. Per questo, – ha spiegato l’assessore – non solo abbiamo pensato di lasciare una traccia dell’attività svolta dalla Scuola di Sussidiarietà in questi anni ma ci siamo anche posti il problema di fornire una guida, il più possibile completa, sulle nuova opportunità che vengono offerte a livello comunitario e sulle logiche che regolano il quadro strategico europeo. Del resto, – ha proseguito Masci – l’Europa ci chiede un territorio sostenibile, inclusivo ed intelligente ed è proprio sulla base di queste linee guida che vengono poi assegnati i fondi ma sempre nella misura in cui il territorio sia nella condizioni di partecipare effettivamente agli obiettivi da raggiungere”.
“Sussidiarietà: città vivibile e sfide europee” è il tema cardine dei Quaderni della Scuola di Sussidiarietà che è ormai giunta alla decima edizione. “Oggi di parla di macrocondizionalità ex ante ed ex post, requisiti necessari per garantirsi l’accesso ai fondi europei – ha concluso Masci – ma se non si conoscono nel dettaglio tali tematiche, si rischia di far rimanere l’Italia la “cenerentola” d’Europa per la capacità di utilizzo delle risorse comunitarie”.