L’Abruzzo pronto a sdoganare il turismo nudista. Otto consiglieri bipartisan hanno presentato un progetto di legge per valorizzare il naturismo sulle spiagge abruzzesi: “Sano, naturale e produttivo”.
Potrebbe essere la svolta per tutti quelli che, quasi in clandestinità, sono costretti ad accamparsi nelle poche spiagge nascoste tra Silvi e Pineto. Otto i consiglieri, da entrambi i rami dell’Emiciclo, che hanno firmato e depositato in consiglio regionale il progetto di legge per la “Valorizzazione del turismo naturista”.
Il testo dell’iniziativa di Riccardo Chiavaroli, Maurizio Acerbo, Nicola Argirò, Carlo Costantini, Cesare D’Alessandro, Gianfranco Giuliante, Marinella Sclocco ed Emilio Nasuti reputa il naturismo, sinonimo pudico del nudismo, “fenomeno sociale e turistico dal positivo indotto economico che merita attenzione e va disciplinato con norme chiare, consentendone la pratica in zone ben individuate, segnalate e non aperte al pubblico generalista, per il rispetto reciproco dei comportamenti e delle sensibilità di ciascuno, e anche per evitare fenomeni isolati che spesso creano incomprensioni e contrasti”.
L’Abruzzo, dunque, andrebbe ad allinearsi a molti Stati europei già più avanti sulla tematica: “l’Italia a differenza di molti altri Stati europei”, spiegano i promotori, “non ha ancora una legge nazionale che riconosca e tuteli il naturismo, ma alcune regioni hanno già cominciato invece a legiferare con lungimiranza in tal senso”. Censurato da alcuni come pratica indecente, secondo coloro che lo praticano il naturismo rappresenta un modo sano e naturale di vivere nel rispetto del proprio corpo, avendo cura della propria salute e apprezzando il contatto con gli elementi naturali privo di artificiosità e di convenzioni sociali. E tante sono in Europa le strutture ricettive per naturisti: spiagge, campeggi e interi villaggi-vacanze a tema concentrati soprattutto in Francia, Spagna, Croazia, Germania, Olanda, Belgio, Danimarca. “In questi Stati”, sottolineano gli 8 consiglieri regionali, “il naturismo contribuisce in maniera significativa al bilancio annuale del settore turismo”. Secondo i sottoscrittori promotori della norma (seguendo le indicazioni dell’Associazione Naturista Abruzzese e le linee guida utilizzate per leggi similari già approvate in Emilia Romagna ed in alcuni comuni italiani) “questo significativo segmento turistico, potrebbe interessare anche l’Abruzzo. Attualmente i tanti turisti europei che giungono in Italia in vacanza e che praticano il naturismo, devono necessariamente recarsi in poche spiagge ( situate soprattutto nella zona dell’Emilia Romagna e del Gargano) mentre, se anche l’Abruzzo si renderà disponibile, la nostra regione diventerebbe un nuovo polo attrattivo turistico per i naturisti di tutta l’Europa, il che”, concludono, “rappresenterebbe un ulteriore sviluppo economico per un territorio che sempre piu’ aspira ad una piena vocazione con offerte diversificate”.