Il nesso ipotizzato tra la diffusione della raccolta differenziata e la realizzazione dei termovalorizzatori scatena polemiche su più fronti. Wwf e M5S sottolineano ad una sola voce: “Non esistono termovalorizzatori sicuri”.
L’affermazione “galeotta” è stata consegnata dal Governatore regionale Gianni Chiodi alla platea di un convegno teramano, riprendendo quanto citato da una normativa varata dal centrosinistra e mai rinnegata dal centrodestra: quando una regione supera stabilmente la soglia del 40 per cento di raccolta differenziata si può dare il via alla realizzazione dei termovalorizzatori. E quella soglia, che da un lato fa certamente gioire gli ecologisti, l’Abruzzo la sta quasi raggiungendo.
L’esultanza del presidente della Regione, dopo meno di 24 ore, si scontra con le pesanti critiche del Wwf e del Movimento 5 Stelle, che ad una sola voce sottolineano la necessità di andare oltre il termine edulcorante: “Si usino le parole giuste: i termovalorizzatori non esistono”, tuona il presidente regionale Wwf Luciano Di Tizio, “si tratta sempre e soltanto di inceneritori. Gli unici modi per “valorizzare” davvero un rifiuto sono il riuso e, in seconda battuta, il riciclo”. Polemica fotocopia di quella del deputato grillino Gianluca Vacca: “Non esistono inceneritori sicuri”, commenta, “ come ormai è stato ampiamente dimostrato, a causa dell’emissione di polveri sottili che nessun filtro oggi è in grado di bloccare”.