È stato approvato a tarda notte, a maggioranza, dal Consiglio regionale, il progetto di legge sull’edilizia. Dopo un articolato confronto sono stati accolti alcuni emendamenti sottoscritti sia dalla maggioranza sia dalla minoranza.
“Forse sarebbe stata auspicabile una maggiore collaborazione della minoranza fin dall’inizio dell’iter legislativo, ma siamo comunque molto soddisfatti per l’approvazione di una norma che ridarà slancio all’economia della nostra regione” commenta il presidente della Seconda Commissione (Enti Locali, Governo del Territorio) Luca Ricciuti. “La norma rende i Comuni protagonisti, perchè a loro è riservata la facoltà di avvalersi di questa legge, variandone l’applicabilità ed elaborando percorsi e strategie. Le singole amministrazioni, a esempio, potranno abbassare gli indici, limitandoli a specifiche aree del territorio. La Regione si e’ assunta la responsabilità di questa legge, ora spetta ai Comuni fare lo stesso, rispondendo alle istanze dei cittadini e delle imprese. E’ una legge ragionata che va contro qualunque tentativo di speculazione, perchè i benefici concessi comportano come contropartita per i Comuni monetizzazioni importanti e rispetto degli standard”.
Le amministrazioni comunali avranno 60 giorni di tempo per recepire la nuova legge regionale, che prevede, a seconda dei casi, aumenti di cubatura che possono raggiungere il 40 per cento.
“La procedura” aggiunge Ricciuti “è molto semplificata, perchè gli enti non dovranno procedere a varianti urbanistiche, ma alla mera individuazione delle aree o dei singoli edifici su cui sarà possibile applicare la misura. E dello stesso iter agevolato potranno beneficiare anche i proprietari degli immobili. E’ una legge che, oltre a favorire la ripresa del comparto edilizio, contribuirà a riqualificare numerosi quartieri, soprattutto nelle periferie delle nostre città”.
Di diverso parere è il consigliere regionale di Sinistra Ecologia e Libertà Franco Caramanico, secondo cui “l’approvazione del disegno di legge dimostra la confusione totale nella quale versa la maggioranza di centro destra che guida la Regione”.
“E’stato approvato un testo rimaneggiato, frutto di sei diverse versioni” commenta. “Si tratta di una norma che vuole rilanciare un settore, indubbiamente in crisi come quello dell’edilizia, lasciando mano libera ai costruttori e non puntando invece sui criteri e i principi della qualità edilizia, del recupero del patrimonio esistente, della tutela del territorio. Un modo di intendere la pubblica amministrazione che mostra tutti i suoi limiti perchè si decide di approvare un provvedimento non inserito in una programmazione generale, organica. Diverso sarebbe stato se fossimo arrivati a questo traguardo avendo come riferimenti la legge urbanistica, le norme sul piano paesaggistico e quelle in materia di edilizia, e gli altri strumenti di governo del territorio. E invece abbiamo a che fare con un testo che arriva in ritardo, a distanza di oltre un anno. Siamo comunque soddisfatti del fatto che, grazie ai nostri emendamenti, siamo riusciti a ottenere il rispetto della densità edilizia, senza il quale sarebbe stata messa in discussione tutta la programmazione territoriale, e quello degli standard inseriti nella normativa nazionale, che assicurano la qualità ambientale”.
Secondo il consigliere di Futuro e Libertà, Berardo Rabbuffo, invece, la norma contiene due aspetti importanti: il rilancio dell’economia e il riordino e qualificazione del patrimonio edilizio esistente. “Prevede significative premialità e incentivi” spiega “come un incremento volumetrico previsto fino al 40 per cento, la possibilità del cambio di destinazione d’uso e ulteriori premialità volumetriche anche per le destinazioni non residenziali. Dal lavoro fatto in Consiglio il testo risulta notevolmente migliorato ed è la conferma che è con un clima di maggior umiltà e collaborazione che si riescono a ottenere risultati importanti su provvedimenti non più rinviabili nell’interesse dei cittadini abruzzesi”
Soddisfatto anche il capogruppo del Pdl in Consiglio, Lanfranco Venturoni, che parla di una legge che “non consuma suolo e con una forte valenza ambientale, calibrata sulle esigenze del cittadino e delle famiglie, pensata per il rilancio dell’edilizia ma in grado di incidere positivamente sull’intera economia abruzzese. Una legge che si rivolge al già costruito e non favorisce i grandi speculatori edilizi, ma va incontro a chi, in particolar modo in questo momento di crisi, avrebbe difficoltà a costruire ex novo e che invece, grazie a mirate premialità di cubatura e costi contenuti, può rendere più belle e funzionali costruzioni vecchie riducendo consumi e inquinamento e magari ricavare nuovi spazi per familiari. Un intervento in edilizia nel rispetto delle regole che nello stesso tempo segna una preziosa riqualificazione delle aree più degradate e rimette in moto un significativo indotto economico che va oltre il comparto edilizio, stretto com’e’ tra la contrazione delle costruzioni e un mercato delle vendite di certo non aiutato dal carico fiscale sulla casa. Riteniamo che questa legge restituisca ossigeno alle attività produttive diffuse anche se continuiamo a nutrire perplessità per alcuni degli emendamenti accolti che, prevedendo passaggi nei consigli comunali, potrebbero appesantire le procedure, diminuendo l’efficacia della legge. Se tale eventualita’ dovesse concretizzarsi non esiteremo a riportare la legge in consiglio per correggerla e renderla più snella, com’era nelle nostre intenzioni iniziali. Allo stesso modo avremmo preferito escludere oneri di urbanizzazione per gli interventi che comportano un aumento di volumetria minore al 20%. Il rischio e’ che tale gravame possa diventare un disincentivo proprio per i piccoli interventi a misura familiare”.
Critico, invece, il commento del consigliere dell’Idv, Carlo Costantini. “Avrebbero voluto devastare le nostre città, con benefit su volumi, standard ed altro e con incrementi anche rilevanti dei carichi insediativi, che sarebbero diventati automaticamente applicabili ovunque, anche nelle zone centrali più stressate, qualora i consigli comunali competente non si fossero pronunciati entro un determinato termine, selezionando le parti della città ove consentirli e quelle ove escluderli. Siamo riusciti a fatica a fargli capire almeno che le misure premiali non possono applicarsi indiscriminatamente ovunque” commenta ancora Costantini “ma solo nelle zone nelle quali i Consigli Comunali abbiano con proprio atto deliberativo deciso di applicarle. Non ci voleva molto a capire che premiando l’inerzia dei Comuni, con l’applicazione indiscriminata degli incrementi su tutto il territorio, si sarebbe finito con il fare la fortuna di pochi, ma anche con il distruggere la qualita’ della vita di migliaia di cittadini e di interi quartieri, che non possono reggere il peso di ulteriori appartamenti – che potrebbero crescere fino al 50% dell’esistente – senza altri parcheggi, senza altro verde, senza altri asili; nelle immediate vicinanze, non a distanza di Km. Ed invece anche per l’affermazione di queste elementari regole abbiamo dovuto confrontarci per ore. La conclusione è che la legge è passata, con la significativa novità del filtro dei Consigli Comunali, che potranno escludere dall’applicazione della legge intere zone delle Città, non in grado di reggere ulteriori carichi insediativi. Ma anche che i troppi pregiudizi e limiti di partenza che hanno condizionato il confronto, vincolato troppo spesso a particolarismi all’apparenza inspiegabili, ha impedito di cogliere una grande occasione: quella di liberare, attraverso l’elaborazione di specifici progetti, capitali privati per realizzare, oltre a legittimi interessi privati, anche l’interesse pubblico al recupero di intere aree degradate, che continuano a condizionare negativamente la vita delle nostre città.
In pratica si sarebbe potuto e dovuto pensare in grande; mentre si è invece preferito guardarsi la punta dei piedi, favorendo le aspettative di pochi”.