Teramo. Brutta disavventura per una mamma e la figlia piccola sull’A24.
La serata di lunedì la donna è ripartita da Valmontone per Teramo, ignara della chiusura del tratto Assergi-Colledara e quindi costretta di notte a tornare indietro e percorrere le Capannelle per arrivare a casa.
“Mentre da Valmontone mi recavo a Teramo, mi sono trovata con una bambina piccola a dover tornare indietro all’uscita di Assergi e attraversare il tratto delle Capannelle alle ore 10.30 per poter raggiungere Teramo, a causa della mancata segnalazione della chiusura del tratto Assergi/Colledara all’ingresso dell’autostrada di Valmontone da dove sono partita. All’uscita di Assergi oltre a me c’erano turisti stranieri che erano stati accompagnati dai Carabinieri che li avevano ‘incontrati’ verso Campo Imperatore poiché, oltretutto, dal casellante di Assergi erano state fornite indicazioni sbagliate e con toni arroganti ai poveri malcapitati. I carabinieri, gentilissimi e mortificati per quanto stava accadendo, mi hanno suggerito di tornare indietro e di uscire a L’Aquila ovest da dove avrei potuto prendere la SS 80 per Teramo”.
Davvero una brutta avventura per la mamma e la sua piccola che non riusciva a ricevere informazioni tramite radio e all’uscita dell’Aquila ovest ha ritrovato anche una lunga cosa.
“Percorro la A24 da ben 25 anni quasi settimanalmente e sono stufa e disgustata per la gestione inadeguata e inefficiente delle rete stradale. Con maltempo, pioggia, neve, grandine, non ho mai visto mezzi di soccorso tempestivi ed efficienti. Solo raramente qualche vettura della Polizia o dei Carabinieri attraversa la A24 . Vi ricordo che siamo nel 2017 e le strade sono aperte giorno e notte e paghiamo profumatamente un servizio che non viene erogato in maniera altrettanto profumata nell’arco delle 24 ore”.
Dura atto di accuso alle istituzioni regionali: “Non è bastata la tragedia di Rigopiano, non è bastato che l’Italia intera ci prendesse in giro per l’inefficienza dei soccorsi prestati durante le nevicate di Gennaio 2017, per farvi capire che è ora di svegliarsi! Sono trascorsi 80anni da Fontamara, ma la situazione è cambiata di poco”.