“In pochi giorni a migliaia di lavoratori abruzzesi è arrivata la notizia dell’avvio di tagli, ridimensionamento e chiusure delle proprie aziende: è evidente che siamo entrati nella fase più acuta della crisi, che inizia a scuotere anche aziende la cui solidità, finora, non era stata messa in discussione. È giunto il momento di superare la fase delle parole e dei buoni propositi e istituire una vera e propria unità di crisi, con la partecipazione di tutti i livelli istituzionali e l’obiettivo di coinvolgere pienamente il governo Monti”.
Ad affermarlo è il senatore abruzzese del Partito Democratico Giovanni Legnini.
“L’Abruzzo” aggiunge “ha il diritto ed il dovere di reagire subito con forza e determinazione, perché aziende come Honda, Pilkington, Burgo e le tante altre che già sono entrate nella fase di crisi, trovino le ragioni e la convinzione di restare nella nostra regione, mantenere i livelli occupazionali e tornare ad investire. Non si può perdere un minuto di più. Si cominci dando subito seguito alla proposta di Camillo d’Alessandro sul Consiglio regionale straordinario e la rimodulazione dei Fas e si chieda con forza di ricorrere al nuovo strumento previsto nel decreto Passera (numero 83 del 22 giugno 2012), il ‘Piano di riconversione e riqualificazione produttiva di aree di crisi industriale complessa’. E si sblocchino le risorse per il credito alle piccole e medie imprese, che senza l’ossigeno del credito bancario rischiano di aggiungersi alla lunga catena di crisi silenziose. Solo così ai lavoratori abruzzesi, alle imprese che vivono nell’indotto, a interi territori strappati dall’emigrazione, si potranno dare risposte senza retorica ma con contenuti concreti. È la sfida che abbiamo di fronte a noi oggi e non domani: il tempo, in questo momento, è uno dei nemici più vigorosi. Bisogna agire subito”.