Scuola, Consulta boccia riorganizzazione istituti comprensivi

scuolaPescara. Una prima vittoria delle piccole scuole abruzzesi. La corte costituzionale ha dichiarato illegittimo l’articolo 19, comma 4, del d.l. n. 98 del 2011 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011 e inserito nella manovra finanziaria di luglio e che, in sintesi, riconosce l’autonomia agli istituti comprensivi costituiti da mille alunni.

“Uno scellerato provvedimento del governo Berlusconi contro cui le regioni Toscana, Emilia-Romagna, Liguria, Umbria, Sicilia, Puglia e Basilicata si sono appellate” spiega Gianna Di Crescenzo, responsabile Scuola del Pd abruzzese, “perché, di fatto, le esautorava da una delle loro prerogative: organizzare la rete scolastica. Ovviamente non solo la Regione Abruzzo non ha presentato ricorso, pur trovandosi a dover tagliare ben 24 autonomie scolastiche, ma ha proceduto, senza battere ciglio, ad applicare quanto previsto dall’articolo 19. Questo mentre i rappresentanti dell’opposizione del Partito Democratico nell’Emiciclo tentavano di fermare questa ulteriore scure sulla già martoriata scuola pubblica e su aule sempre più affollate e non a norma. I consiglieri, infatti, hanno presentato in Consiglio il documento della Conferenza Stato-Regioni e delle Province autonome approvato nella seduta del 27 ottobre 2011, in cui si proponeva al Ministero che le istituzioni deputate al ruolo e gli Enti Locali potessero tornare ad esercitare la propria competenza e a programmare le autonomie scolastiche su territorio e di valutare gli eventuali accorpamenti tenendo conto delle condizioni geografiche, socioeconomiche e storiche del territorio, nonché della situazione dell’edilizia scolastica. Come per la sanità, anche per la scuola è stato necessario che la giustizia ristabilisse uno stato di diritto negato dal governo Berlusconi e non riconosciuto da Chiodi e dalla sua maggioranza”.

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