“Siamo giovani e vogliamo investire sulle nuove idee”. Con questo spirito è nato in Abruzzo, il Comitato dei Giovani Imprenditori di Confesercenti che avrà il compito di lavorare per invertire la tendenza che vede il tessuto imprenditoriale giovanile regionale preferire altre mete per portare avanti la propria attività.
Battezzato a Pescara sotto la supervisione del presidente nazionale Vincenzo Schiavo e del coordinatore Lino Busà, oltre che del presidente regionale di Confesercenti Beniamino Orfanelli e del direttore Enzo Giammarino, il comitato sarà guidato da Piero Giampietro, nelle vesti di portavoce, e composto da Fabrizio Corazzini (settore abbigliamento, Pescara, affiancato da Giacomo Genchi, sempre del settore abbigliamento), Danilo D’Urbano (settore turismo e ristorazione, Chieti), Domenico Venditti (edilizia, L’Aquila) e Daniele Erasmi (supermercati, Teramo), in attesa delle elezioni che si svolgeranno nel prossimo autunno.
Nonostante il settore del terziario abruzzese si stato negli ultimi tempi una prerogativa dei giovani, con la presenza in regione di oltre 18mila imprenditori under 35 (Chieti 5.080 aziende, Teramo 4.499, Pescara 4.163 e L’Aquila 4.096), secondo una ricerca Datagiovani sullo Youth Friendly Index, l’Abruzzo è fra le cinque regioni meno attrattive in assoluto per le nuove generazioni. Analizzando i numeri su lavoro, istruzione, demografia e impatto della crisi economica, infatti, questa classifica vede l’Abruzzo isolarsi nel contesto del Centro Italia, al contrario delle regioni vicine, Marche, in testa, insieme a Umbria, Lazio e Molise. Ma a spingere in basso l’Abruzzo c’è anche un altro indice, il Labour Age Gap, che “premia” il ridotto divario fra occupazione adulta e giovanile. In questo caso l’Abruzzo è la terzultima in Italia, in compagnia di Basilicata e Calabria
“Questo comitato” spiega Giampietro “vuole rappresentare chi, con una quantità enorme di sacrifici e incertezze, prova ad investire su se stesso, sulla propria creatività e sulle proprie idee. Un progetto che vuole coinvolgere imprenditori di prima generazione e chi sceglie di rinnovare e guidare l’impresa di famiglia resistendo alla tentazione di lasciare l’Abruzzo. Spingendo le istituzioni ad adottare scelte precise in funzione delle nuove generazioni, del fare impresa e del lavoro autonomo anche come risposta attiva alla disoccupazione ed al precariato, e portando innovazione anche fra gli imprenditori si può invertire la tendenza di questa regione”.
Il Comitato, inoltre, sta lavorando per attivare uno sportello per consentire alle giovani imprese abruzzesi di cogliere le occasioni che l’Unione Europea, attraverso i bandi comunitari, offre anche ai settori del commercio, del turismo e dell’artigianato.