La Procura de L’Aquila sta indagando sull’assegnazione attraverso procedure negoziate, cioè gare ad inviti di un certo numero di imprese, di alcuni lavori, anche legati alla ricostruzione, promossi dal segretariato del ministero dei beni culturali: si tratta di un nuovo filone, l’undicesimo, dell’inchiesta dei pm aquilani su una serie di appalti gestiti dalla Regione.
I carabinieri del Noe la scorsa settimana hanno effettuato una serie di blitz nella sede dei beni culturali nella sede in via Filomusi Guelfi a L’Aquila per acquisire documentazione in particolare presso l’ufficio contratti. Il fenomeno era venuto fuori negli anni scorsi quando divamparono polemiche per il fatto che in questo tipo di gare le imprese invitate dai beni culturali erano sempre le stesse, quindi non c’era rotazione.
Ora sono scattate le indagini nell’ambito della maxi inchiesta. Non si conoscono altri particolari né le ipotesi di reato, perché in questo fronte di indagine, come su tutta l’inchiesta, viene mantenuto il più stretto riserbo. Ci sono comunque indagati.
C’è da dire che gli assetti degli uffici periferici dei Beni culturali sono cambiati in corsa per effetto della riforma nazionale e del terremoto del 6 aprile 2009; le direzioni regionali sono state retrocesse a segretariati in tutta Italia, con un risparmio sulla retribuzione dei vertici. Queste strutture coordinano le varie soprintendenze (che rimangono comunque autonome), e gestiscono in prevalenza gli appalti: l’attuale segretario regionale è Stefano Gizzi. In compenso, nel cratere del 2009 è stata istituita una soprintendenza speciale guidata da Alessandra Vittorini.