Si è riunito questa mattina, all’Auditorium De Cecco di Pescara, un tavolo di confronto di livello nazionale sui temi della sanità, promosso dal commissario alla Sanità, Gianni Chiodi ed alla presenza del neo-ministro della Salute, Renato Balduzzi.
L’obiettivo è stato quello di codificare modelli aziendali sempre più efficaci e solidi a garantire l’equilibrio tra i servizi di qualità per i cittadini ma a costi sostenibili. Il convegno intitolato “La sanità abruzzese si confronta con il resto del Paese: tra rispetto del rigore e ricerca di innovazione” si concluderà domani e raccoglierà le esperienze ed i pareri di tecnici di assoluta competenza, come il presidente dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), Giuseppe Zuccatelli, cui è stato demandato il compito di valutare i flussi di mobilità in Abruzzo, allo scopo di evidenziarne criticità e suggerire soluzioni.
Un intervento di sicuro interesse, anche alla luce dei recenti dati offerti dal commissario Chiodi, i quali, mentre confermano il risanamento del bilancio sanitario, mettono anche in luce una criticità “attrattiva” di alcune realtà, malgrado le eccellenze medico sanitarie e, comunque, un livello nella media italiana dei servizi sanitari abruzzesi.
L’Abruzzo è stata tra le prime regioni ad essere sottoposta ad un piano di rientro, a causa del suo pesante debito sanitario, che l’aveva ridotta tra le cosiddette regioni canaglia. Quel percorso cominciato nel 2007 si è concluso con esito positivo, con il ripiano dei debiti ed un trend incoraggiante e confermativo che potrebbe portare l’Abruzzo ad un avanzo di 13 milioni di euro. Un percorso virtuoso frutto, come ha ricordato il commissario Chiodi, di un’attività normativa e riformatrice che ha inciso profondamente, fino a condurre il sistema sanitario nell’alveo delle regole e dell’equilibrio tra efficienza e ragionevolezza dei costi.
“Il piano di rientro” ha dichiarato Chiodi nel suo intervento “non è stata una vessazione ma una cosa che ci siamo meritati. Se n’è parlato tanto, ma altro non è stato che il default della Regione Abruzzo. Nel 2007 è stato certificato il default, l’Abruzzo come la Grecia perché non era in grado di pagare i fornitori, le cliniche private, di garantire la funzionalità di un sistema che così come era costruito assomigliava ad un Titanic. L’Abruzzo è stata costretta a chiedere aiuto alle altre regioni italiane e al governo nazionale, ma accettando la condizione di comportarsi in modo virtuoso”. Per il Commissario, inoltre, il Piano di rientro ha comportato “una delle condanne più drastiche per la classe politica, che è stata costretta a farsi da parte per aver perso la dignità. Il piano di rientro, così come era stato fatto nel 2007, era inefficace per due ragioni: era stato costruito solo per superare l’esame del Consiglio regionale e in più si era scoperto un debito più alto. L’Abruzzo aveva utilizzato risorse del Fondo sanitario nazionale per sostenere il bilancio regionale. Il Piano è servito, quindi, a correggere uno dei vizi della politica che è quello di pensare all’oggi, al consenso immediato, ai tavoli di concertazione dove si distribuiscono risorse anche quando non ci sono”. Il presidente Gianni Chiodi ha, infine, auspicato la fine del regime commissariale. “Il commissariamento finirà quando avremo rimosso le cause che hanno determinato questa situazione: che poi, in sostanza sono state il forte debito storico accumulato, i deficit che di anno in anno il sistema sanitario faceva registrare ed i livelli essenziali di assistenza non rispondenti alle reali esigenze di salute dei cittadini abruzzesi. Quindi il commissariamento terminerà quando ce lo saremo meritati, così come sta avvenendo”. A tal proposito, Chiodi ha ricordato la circostanza che nel 2010 è stato certificato l’equilibrio finanziario e “che anche nel 2011 ci apprestiamo a raggiungere lo stesso traguardo di pareggio dei conti”. In merito all’azione di risanamento del sistema sanitario in atto, il Governatore ha rivelato la sua amarezza per il messaggio che alcuni hanno voluto far passare, parlando di “stagione dei tagli”. “In realtà sono convinto che il cittadino abruzzese finirà per apprezzare le nostre scelte quando avrà compreso che le ragioni del commissariamento saranno state rimosse. A quel punto questa regione riacquisterà dignità e al tempo stesso la capacità di programmare nuovamente il futuro dell’Abruzzo”. Chiodi si è detto, infine, ottimista sulle possibilità che la regione esca in tempi ragionevoli da questa delicata fase, grazie anche al ritrovato senso della classe politica che avrà dimostrato di essere all’altezza dei compiti che le sono stati demandati”.
“In Abruzzo” ha detto il ministro Balduzzi nel suo intervento “sono stati fatti molti passi avanti, riconosciuti dai cosiddetti tavoli romani, non si può che auspicare che il commissariamento possa avere un termine breve e questo sarebbe in qualche misura anche il suggello di un’attività amministrativa importante, che ha avuto l’appoggio da parte del ministero. L’Abruzzo probabilmente ha ancora qualche passo da fare, con l’auspicio di un’ancora più decisa azione della struttura commissariale. Ogni piano di rientro, se fatto bene, è anche al tempo stesso un piano di sviluppo perchè non può esistere un contenimento dei costi senza un miglioramento della qualità. Quindi fase uno e fase due, secondo me, sono una fase sola”.