L’Aquila. “Se fossimo ancora a scuola, uno zero spaccato alla giunta regionale non glielo toglierebbe nessuno: si presenta impreparata dopo quasi due anni dall’inizio dei commissariamenti, quando è ormai prossimo lo scadere del termine ultimo previsto dallo Statuto regionale”.
Sono le parole del consigliere regionale Cesare D’Alessandro (IdV), che spiega che, secondo lo statuto regionale, le funzioni commissariali all’interno degli Enti e delle Aziende regionali non possono protrarsi per oltre un anno, prorogabile per una sola volta, in presenza di comprovate necessità. “Chiodi, a suo tempo”, ricorda D’Alessandro, “giustificò il ricorso massiccio ai commissariamenti con la necessità di avviare i processi di riordino degli Enti e delle Aziende; ma in molti casi, a dispetto dei proclami enunciati dallo stesso Chiodi, i processi di riordino non sono stati conclusi e talvolta nemmeno intrapresi. Così ci presentiamo alla scadenza obbligatoria dei commissariamenti senza che Chiodi abbia preparato nemmeno il classico ‘piano B’, ovvero la via di fuga dinanzi all’insuccesso palese di un tentativo che, seppur mai presente nelle reali intenzioni, è andato comunque abortito”.
Per questo motivo il politico ha presentato un’interrogazione urgente al presidente Chiodi, in cui si chiede quali misure abbia in procinto di adottare per far fronte a una situazione che breve potrebbe rivelarsi dirompente, agli occhi dell’IdV, per gli interessi della Regione. “Considerato il ritardo accumulato” continua D’Alessandro, “sarà costretto a nominare nuovi e diversi Commissari, che a loro volta, dovendo prendere confidenza con il nuovo incarico, nei primi mesi di attività potranno soltanto tirare a campare; e questo soprattutto se consideriamo la pessima abitudine di Chiodi e della sua Giunta, quella di nominare la persona sbagliata nel posto sbagliato. Ma Chiodi dovrà anche fare il punto della situazione su quello che l’IdV ritiene un vero e proprio fallimento suo personale: la mancata conclusione dei processi di riordino anche nei pochissimi casi in cui si è ritenuto di intraprenderli”.