Il gruppo consiliare del Partito democratico ha presentato un emendamento alla proposta di legge regionale 259/2011 al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza (Lea) negli ospedali della regione. L’articolo aggiuntivo presentato dal Pd prevede che, nei limiti imposti dai piani di rientro nella gestione del servizio sanitario regionale, la Regione Abruzzo autorizza i Direttori generali delle Asl regionali a prorogare i contratti di lavoro a termine e di collaborazione in essere al 31 dicembre 2010 con il personale medico, infermieristico ed ausiliario impiegato nelle Aziende sanitarie. Attualmente sono 1.200 i dipendenti precari, di cui 329 nella Provincia dell’Aquila.
“La norma si rende necessaria in quanto negli anni 2007/2009 – ha osservato Giovanni D’Amico, vicepresidente del Consiglio regionale – il Piano di rientro ha bloccato le assunzioni di personale nel Servizio Sanitario Regionale, essendo preliminare di ogni atto il rientro nei tetti di spesa. Le Aziende sanitarie abruzzesi conseguentemente non hanno potuto procedere ad assunzioni, mantenendo i Lea attraverso l’utilizzazione di personale con contratti a termine e di collaborazione. La riduzione di personale prevista dal decreto legge 78 risulterebbe oggi gravosa per le Asl, nel limite delle capacità di mantenimento dei livelli essenziali di assistenza con un danno incalcolabile nella organizzazione dei servizi e nella tutela della salute delle persone”. L’emendamento sarà discusso in aula occasione del Consiglio regionale convocato per martedì 22 marzo. “La salute deve essere garantita, e con questo emendamento, oggi diamo la possibilità al Presidente Chiodi di tutelare questo diritto importante e di trattare soprattutto con il Governo nazionale – ha aggiunto il consigliere regionale del Pd, Giuseppe Di Pangrazio – Con la proroga dei contratti ai dipendenti precari, quindi, daremo la possibilità alle Asl, già duramente penalizzate dai tagli, di mantenere i livelli essenziali di assistenza, che devono essere garantiti dalla Regione anche ai sensi della giurisprudenza di cassazione”.