“Il sonno della ragione genera i mostri, diceva due secoli fa Francisco Goya, il grande pittore spagnolo. E il mostro generato, oggi, dal rinnovato smarrimento della ragione, in ambito politico, è la pulizia etnica avviata in questi giorni, dal PdL, in Abruzzo, nelle giunte locali, dalle quali vengono scacciati gli esponenti di FLI e dell’UdC e di API. Mai si era assistito a un pogrom politico così cieco e bieco”. A sostenerlo è il consigliere regionale e capogruppo di Futuro e Libertà Berardo Rabbuffo, che denuncia “lo spirito di intolleranza assoluta, di coartazione rispetto agli assetti politici negli enti locali, persino a quelli frutto di intese elettorali”.
“Di fronte alla deriva di violenza alla quale, con una disinvoltura stupefacente e di estremo imbarazzo, il partito di maggioranza relativa si abbandona con atti inusitati di inciviltà politica” aggiunge “i cittadini sapranno e vorranno reagire perché prevalgano gli orientamenti realmente moderati e si respinga l’ultima e più avanzata frontiera della impolitica politicante del presidente del consiglio e dei suoi incivils servants. Il senso di irresponsabilità e l’abiura, anche, di ogni sussulto di dignità che trasuda dalle decisioni assunte alla provincia dell’Aquila, con l’estromissione dell’assessore Vincenzo Patrizi, al quale va la nostra solidarietà, è riprovevole e allarmante. Evidentemente la logica della sovranità limitata, di vituperata memoria, travolge ogni ragionevole ed equilibrata riflessione e ogni barlume di strategia politica non asservita a pulsioni e a esigenze personalistiche che nulla hanno a che vedere con il bene comune o con diversi e migliori obiettivi da offrire validamente alle comunità interessate”. Secondo Rabbuffo “è altrettanto evidente che si recidono, in modo traumatico, le relazioni positive e costruttive anche in quei consessi locali nei quali era stata trovata un’efficace e fruttuosa sintesi politica e programmatica che consentirebbe di lasciare ancora spazio a una collaborazione utile per i cittadini abruzzesi interessati. Prendiamo atto, con sconcerto, di questi comportamenti da prima repubblica. Risuonano ancora le parole del Presidente Chiodi che, prima del voto di bilancio, riconosceva Futuro e Libertà come forza indispensabile di maggioranza non solo in Regione ma anche nelle amministrazioni locali. Pertanto, decideremo, in dignitosa e autonoma determinazione se assistere alla proscrizione dei nostri esponenti nelle giunte locali o, piuttosto, farci giunco noi stessi, in attesa che il corpo elettorale espelli, nelle sedi proprie tutte le velenose tossine delle quali, grazie all’opera perniciosa del PdL, ormai è contaminato, forse irreparabilmente, il tessuto politico, certamente nella nostra regione”.