Chieti. Tra 10 giorni scadranno i termini per approvare in Consiglio regionale la riforma dei servizi idrici. In assenza di una norma approvata per quella data, la gestione potrebbe essere affidata a soggetti privati con inevitabile aumento di costi di gestione. Per questo motivo, Camillo D’Alessandro, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, incita Chiodi a discutere e approvare la proposta di legge del Partito Democratico.
“A pochi giorni dalla fine dell’anno” tuona il politico “Chiodi e le sua maggioranza non riescono ancora a decidere quale riforma approvare sulla gestione dell’acqua. Scaduti i termini, ovvero 31 dicembre 2010, in assenza di una legge approvata si apriranno le porte ai privati per la gestione dei servizi dell’acqua. Mi sembra questo un disegno criminoso e irresponsabile, visto che da mesi giace una nostra proposta che prevede il passaggio della competenza degli ATO alle Province. Operazione a costo zero, nessun Consiglio di Amministrazione, nessun presidente, nessun organo di revisione dei conti, quindi nessuna spesa per la collettività. Questa proposta è sostenuta anche dal presidente dell’Anci regionale Antonio Centi, che sostenendone la bontà ha anche ricordato che altre regioni in Italia hanno deciso per il passaggio di competenze alle Province”.
Un esempio è la Lombardia, che ha approvato all’unanimità lo stesso impianto riformista che il Pd ha presentato per l’Abruzzo. “Recentemente” conclude D’Alessandro “anche le Province hanno sostenuto la validità delle nostre proposte in materia. Quindi è chiaro che non decidere ora significa non scegliere un modello organizzativo e di gestione di un servizio pubblico essenziale come quello sull’acqua necessario e che non comporterebbe aumenti a carico dell’utenza, dei cittadini. Siamo dinanzi ad una situazione a dir poco vergognosa. Chiodi ci dica chiaramente cosa pensa di fare”.