Abruzzo, Costantini (IdV): “Arrivano le lobbies in Consiglio regionale”

carlo_costantiniL’Aquila. “Mentre l’Abruzzo va a rotoli, Chiodi e la sua maggioranza legalizzano le lobbies”. È la polemica di Carlo Costantini, capogruppo IdV in Consiglio regionale, che comunica l’approvazione di una legge che renderebbe l’Abruzzo tra le poche Regioni d’Italia che ufficializzano l’attività delle lobbies, che ora avranno la possibilità di interloquire direttamente con il Consiglio regionale, con le sue commissioni, con i singoli gruppi consiliari.

Come spiega Costantini, per esercitare l’attività di “rappresentanza di interessi particolari” sarà sufficiente iscriversi in un registro. “Da allora” tuona il politico “i lobbisti potranno circolare per gli uffici del Consiglio e della giunta per avere informazioni e chiarimenti sugli atti di loro interesse e per esercitare pressioni sugli eletti; e le stesse Commissioni consiliari potranno persino ritenere prioritaria la loro audizione, rispetto a quella di chiunque altro. Gli effetti per la qualità delle decisioni e delle scelte che la politica sarà chiamata ad assumere saranno, dal mio punto di vista, nefasti. In un contesto come quello italiano ed abruzzese – del tutto differente da quello di molti altri paesi occidentali – nel quale chi ha responsabilità di governo da anni non riesce a rappresentare neppure in minima parte l’interesse generale di tutti i cittadini, i rappresentanti di interessi particolari, ovvero di gruppi di potere, di chi potrà pagare qualcuno per tenerlo giorni interi nelle sedi istituzionali per tentare di condizionare il più possibile le scelte della politica, incideranno ulteriormente su decisioni che fino ad oggi sono già risultate pesantemente condizionate dagli interessi di pochissimi. Potranno mai lavorare dei lobbisti per sostenere l’interesse del cittadino a pagare meno i servizi pubblici, ad avere una sanità più efficiente, ad evitare l’aumento della benzina, ad avere una politica meno costosa e più efficace? Sono certo di no. Lavoratori, precari, disoccupati, pensionati e piccoli imprenditori continueranno a restare fuori dal recinto dell’istituzione regionale, magari sotto la neve, a protestare ad a manifestare contro una politica che non li rappresenta. Gli affaristi avranno, invece, campo libero e piena libertà di azione e di condizionamento della politica, addirittura dentro le stesse sedi istituzionali”.

 

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