Allarme Confesercenti Abruzzo: rischio chiusura per 2000 imprese

lavoro_artigianaleSono circa 2mila le piccole e medie imprese, operanti in Abruzzo nei settori del commercio, del turismo, dell’artigianato e dei servizi, che potrebbero chiudere i battenti entro l’anno. Fra queste, ci sarebbero circa 500 negozi, 300 attività artigianali dell’indotto metalmeccanico e del tessile e non meno di 400 aziende agricole. Con una conseguente perdita, in totale, di circa 3 mila e 900 posti di lavoro.

E’ quanto emerge da una ricerca di Confesercenti Abruzzo, che incrociando diverse banche dati e le “antenne” del sistema sul territorio regionale, ha fornito una proiezione sugli effetti del perdurare della crisi economica nell’ultima fase del 2010. Le stime si riferiscono al trimestre ottobre-dicembre.

Sono numeri pesanti come macigni” è il commento di Enzo Giammarino, direttore regionale di Confesercenti “che rischiano di indebolire un tessuto produttivo estremamente provato da questi anni di crisi economica. Nel mondo delle imprese la preoccupazione cresce, perché l’Abruzzo sta perdendo importanti occasioni di recupero. Nel turismo si sta concludendo una stagione estiva che non ha brillato e che potrebbe chiudersi peggio con la vicenda del depuratore del fiume Vibrata. Nel commercio i saldi hanno consentito di recuperare qualcosa, ma lontano dai volumi pre-crisi. L’edilizia stenta a riprendere e, se l’industria metalmeccanica non si rimetterà in moto, nel Sangro la crisi si aggraverà. Per questo ci aspettiamo un settembre non facile. La contrazione dei consumi persiste e le imprese hanno ormai esaurito le scorte”.

E nasce proprio da questi dati allarmanti la richiesta che Confesercenti Abruzzo lancia alla Regione. “Il governo regionale batta un colpo in economia. Le risorse fin qui messe a disposizione sono insufficienti e, dopo aver colpito le piccole imprese, ora la crisi potrebbe trascinarsi dietro anche le medie aziende. Il ritardo sui fondi strutturali e comunitari non è più accettabile, così come l’inesistenza dei fondi messi a disposizione dei confidi sta prosciugando le occasioni di accesso al credito per le imprese in difficoltà. C’è bisogno di una iniezione di fiducia, a partire dall’apertura di una fase partecipata all’insegna della corresponsabilità: ci auguriamo che sia concluso il tempo delle decisioni calate dall’alto e che parta, invece, subito la discussione sul Documento di programmazione economica per un bilancio improntato allo sviluppo, con la destinazione alle attività produttive di risorse adeguate. Le imprese abruzzesi hanno dimostrato in tante occasioni di essere la spina dorsale dell’economia e della società di questa regione, e ora vogliono contare nelle scelte strategiche. Abbiamo apprezzato la voglia di chiarezza nella sanità: con la stessa decisione diciamo che in economia è giunto il momento di cambiare decisamente il passo”.

Il commento di Alfonso Mascitelli, coordinatore regionale dell’Italia dei Valori. “Associamo a Chiodi un sub commissario per l’economia.  Una misura, questa, che si aggiungerebbe al sub commissariamento di Chiodi nella sanità, prima, e nella ricostruzione de L’Aquila, dopo, come proposto da Berlusconi. È dall’inizio dell’anno che le più importanti associazioni di categoria della nostra Regione stanno lanciando allarmi preoccupanti sul calo della occupazione, sulla riduzione della produttività e dei consumi, sulla diminuzione del livello di reddito pro capite e sulla mortalità delle piccole aziende. A loro Chiodi non può rispondere accusandoli di usare argomentazioni strumentali e faziose come fa con noi dell’opposizione. Con la situazione che sta vivendo l’Abruzzo, Chiodi non può più continuare a nascondersi dietro l’alibi della crisi internazionale, del terremoto e dell’agenzia Moody’s, che considera l’Abruzzo, solo su un parametro, in condizioni stabili, ma incominci a dare risposte di un’azione forte di Governo, dicendo la verità sul perchè a distanza di quasi un anno il piano di attuazione dei fondi FAS deve essere ancora approvato da Roma, del perché non si muove nulla sulla operatività della Zona Franca a L’Aquila, che è rimasta dopo un anno sulla carta, nulla sui 16 miliardi di euro promessi dal Ministro Matteoli in campagna elettorale, nulla sui risultati intervenuti a sostegno della imprenditoria regionale. Con il ritardo della presentazione al Consiglio regionale del Documento di Programmazione Economico Finanziario all’immobilismo operativo si sta aggiungendo anche quello programmatorio. Gli abruzzesi stanno ancora aspettando di conoscere quali strategie economiche questa giunta regionale intende mettere in campo”.

 

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