Assemblea pubblica su depurazione in Abruzzo, lettera aperta alle autorità

Pescara. ‘Con la presente siamo qui ad esprimere il nostro sconcerto e la nostra grande preoccupazione riguardo all’emergenza inquinamento delle acque dei fiumi e del mare, che, oltre a minacciare seriamente la salute della intera comunità, sta per portare al collasso la gran parte delle imprese turistico-commerciali che operano sulla costa.

La condizione del settore delle acque sul territorio è assolutamente critica sia per lo stato di totale
inefficienza dei depuratori, sia per la presenza di un elevato numero di scarichi abusivi.

Due dati possono riassumere lo stato comatoso dei fiumi e del mare:
– quasi il 70% dei corsi d’acqua non ha ottenuto lo stato di qualità definito “buono” che doveva
essere raggiunto entro il 31 dicembre 2015 sulla base della Direttiva Comunitaria Acque 60/2000;
per questo motivo la Regione Abruzzo rischia di pagare multe milionarie alla CEE.
– il 22% dei tratti costieri abruzzesi ricade nella classe di qualità “scarsa” per la balneazione, a
fronte di un 2% a livello comunitario.

La depurazione è parte integrante del Servizio Idrico Integrato, regolato dal Dlg 152/2006. Tale
Servizio in Abruzzo è nelle mani di sei società di gestione a capitale pubblico, rivelatesi totalmente
inadempienti. Un esempio per tutti ACA spa, società che gestisce gli impianti di depurazione
della provincia di Pescara. Travolta in questi anni da vari scandali e inchieste giudiziarie, si è
indebitata oltremodo e senza fare gli investimenti dovuti.

Tutto ciò malgrado gli aumenti tariffari
continui, ma soprattutto malgrado la quota specifica richiesta, per il servizio di depurazione, pari al
30% della bolletta. Depurazione quasi o totalmente inefficiente, visto lo stato dei fatti.
Possiamo aggiungere che, nonostante le continue denunce, da anni assistiamo ad una
progressiva diminuzione dei controlli. L’azione di contrasto messa in atto dalle Autorità competenti
in questi anni è stata infatti del tutto inefficace poiché episodica ed incostante, segno della
sottovalutazione delle conseguenze che le stesse Autorità annettono al problema. Gli scarichi
abusivi industriali, ma anche civili, sono in aumento. Le sponde dei fiumi sono vere e proprie
discariche a cielo aperto, dove i rifiuti, durante le piene, vengono trascinati in acqua per poi finire in mare.

La questione della depurazione in Abruzzo non attiene solo alla materia della tutela ambientale e
della prevenzione dell’inquinamento. È un servizio fondamentale per l’economia di un territorio, per la salute delle sue comunità e di tutti coloro che vengono da noi a qualsiasi titolo.
La qualità dell’acqua dei fiumi è centrale per il turismo in quanto ha un impatto diretto sulla
balneabilità.

La situazione che si è venuta a creare è gravissima da tanti punti di vista, oltre alla probabile
chiusura alla balneazione di tratti della costa. Un vero e proprio allarme sanitario per le comunità
nonché economico per le imprese turistiche e commerciali che operano sulla costa.
Eppure, in uno dei punti più importanti (precisamente il punto d) del programma elettorale del
Governatore D’Alfonso si considerava priorità assoluta il disinquinamento dei fiumi e delle acque in
generale, ponendo l’accento in particolare sul risanamento del fiume Pescara che costituisce
l’asse fluviale più importante della nostra regione.

Va ricordato inoltre che l’Abruzzo, condannato già due volte dalla Corte di Giustizia sul tema della
depurazione, ha un’ulteriore procedura di infrazione aperta, con la conseguenza che, oltre ai danni
sanitari procurati ai cittadini e all’intero comparto turistico costiero, presto potrebbe trovarsi nella
condizione anche di pagare all’Europa multe salatissime. Multe che ricadranno sui cittadini
attraverso un aumento della tassazione generale.

Per quanto detto CHIEDIAMO, alla politica in primis e a tutti gli Enti preposti, che sia definito urgentemente un piano concertato che, di qui ai prossimi anni, contempli azioni coordinate volte al risanamento delle acque.

Come azioni conseguenti, questo deve comportare:
– la definizione, in tempi rapidi, dello stato dell’arte riguardo le criticità sopra espresse, attraverso
un sito regionale ad hoc dove far confluire i dati richiesti.
– l’immediata programmazione della chiusura degli scarichi abusivi già a conoscenza delle
istituzioni e delle forze di polizia;
– il ripristino del corretto funzionamento di tutti i depuratori fuori norma della regione; a
questo proposito ci permettiamo di segnalare sistemi alternativi e/o coadiuvanti, altamente
ecologici e poco dispendiosi, come la fitodepurazione, ormai praticata in tutta Europa che, nel
nostro caso, si potrebbe adottare per gli innumerevoli piccoli comuni e agglomerati sparsi per la
regione.
– l’istituzione di un osservatorio permanente, partecipato da esponenti degli Enti preposti e delle
scriventi organizzazioni economiche e sociali, che si riunisca almeno due volte al mese per
concertare le azioni che di volta in volta si metteranno in campo;
– la trasparenza da parte delle società che gestiscono il Servizio Idrico Integrato (che, ricordiamo,
non sono corpi estranei alla Pubblica Amministrazione ma sono tutte partecipate dai Comuni
stessi) e la partecipazione del pubblico rispetto a tutte le procedure di progettazione, appalto e
realizzazione delle opere, con continuo scambio di informazioni;
– la costituzione di una task force composta da agenti ed Ufficiali di Polizia Giudiziaria
finalizzata al controllo sistematico degli scarichi abusivi, con un piano specifico su tutti i fiumi e
torrenti abruzzesi. Dovrà essere coordinata dalla Prefettura, Autorità dotata dei poteri necessari
per dettare disposizioni a tutti gli Enti coinvolti, in particolare Comuni e Provincie, Corpo Forestale
dello Stato, Nucleo Specializzato di Carabinieri e Polizia di Stato. La Prefettura consentirà di
superare i limiti operativi che potrebbero incontrare gli agenti di Polizia Municipale e Provinciale, il
cui ambito operativo è limitato al loro specifico territorio. Consentendo così agli stessi di portare a
termine indagini che vadano oltre e al di fuori della loro città o provincia di appartenenza.
Ovviamente riteniamo indispensabile che il Consiglio regionale adotti provvedimenti normativi ad
hoc; gli Enti di controllo e le società di gestione del Servizio Idrico Integrato devono essere
OBBLIGATE ad agire nella massima trasparenza prevedendo sanzioni immediate per chi non da
seguito a tali provvedimenti.

CHIEDIAMO inoltre di sapere in tempi brevi quali soluzioni si stanno adottando o prevedendo per
salvaguardare la imminente stagione balneare. Al riguardo ci permettiamo di suggerire due
proposte:
1) lo studio di fattibilità e la eventuale predisposizione in tempi rapidi di un sistema tecnologico, già
sperimentato in altre realtà, una barriera in grado di accompagnare le acque fluviali oltre la diga
foranea;
2) l’apertura della diga foranea, con interventi che non pongano a rischio la navigabilità e non
comportino un rischio idraulico per la città.
Riteniamo, per tutto quanto detto, che la grande opera di cui oggi l’Abruzzo necessita è il
risanamento dei fiumi e del mare nonché delle bonifiche dei tanti siti contaminati. Ne va del
futuro economico e della qualità della vita nella nostra regione’, si legge in una lettera nella quale viene annunciata la manifestazione di Pescara prevista per il 12 marzo alla quale aderiranno:

CONFCOMMERCIO – CONFESERCENTI – CNA – CONFARTIGIANATO – FEDERALBERGHI –
ASSOTURISMO – FEDERTURISMO – CNA BALNEATORI – ASSOBALNEARI/CONFINDUSTRIA
– FIBA/CONFESERCENTI – CIBA – SIB/CONFCOMMERCIO – FIPE – ALBERGHIAMO – FORUM
H2O – FEDERCONSUMATORI – FIAVET – BALNEARIA SERVIZI – COMPAGNIA DEL MARE –
SILB – ASS. B&B PARCO MAJELLA -COSTA DEI TRABOCCHI – SOCIETA’ NAZIONALE
SALVAMENTO

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