Sanità, Chiodi: “Il Piano Operativo è equilibrato”

chiodi“La percentuale di riduzione dei posti letto è la stessa sia per il pubblico che per i privati”. Alla vigilia della presentazione in Consiglio regionale, Gianni Chiodi difende ancora a spada tratta il Piano Operativo Sanitario, in veste di presidente della Regione e di Commissario per la Sanità.

Il Piano, che ha già avuto parere favorevole da parte dell’Agenzia Sanitaria nazionale, non prevede, precisa Chiodi, “nessun trattamento di favore per la Asl di Teramo”, cosa di cui più volte è stato accusato negli ultimi giorni “ma solo scelte ponderate attraverso un’analisi oculata della rete di assistenza ospedaliera”.

Un piano operativo equilibrato, dunque, che “consentirà di offrire una sanità funzionale, eliminando spese inutili e improduttive che si annidano nel sistema sanitario abruzzese, ottimizzando le risorse esistenti e portando, a differenza di quanto avvenuto in passato, ad un miglioramento di efficienza ed operatività”.

Il governatore-commissario si sofferma poi sui numeri, evidenziando come il taglio complessivo, sia nel pubblico che nel privato, sia pari al 18%. Per il pubblico, su un totale di 3964, sono stati eliminati 718 posti, mentre per i privati, su un totale di 675 posti letto attuali, si prevede una riduzione di 122 posti. “Nessuna penalizzazione, dunque, per il settore pubblico a favore del privato. Per quanto riguarda invece la ripartizione del numero dei posti letto per ciascuna Asl, i dati confermano anche un assetto equo ed omogeneo in relazione al territorio servito”.

Per la Asl aquilana, infatti, sono stati previsti 3.9 posti letto per mille abitanti, per la Asl di Chieti-Lanciano-Vasto 3.38 posti letto per mille abitanti, per la Asl di Pescara una media di 3.80 posti letto per mille abitanti. Infine, Teramo fa registrare una media di 3.09 posti letto per mille abitanti a testimonianza del fatto che “l’equilibrio territoriale è stato rispettato e il teramano non è stato certo favorito”.

Sono dati oggettivi secondo Gianni Chiodi “la cui lettura non può lasciare adito a diverse e strumentali interpretazioni. Resta il fatto che, in questi giorni, si stanno sollevando polemiche sterili con il solo obiettivo di prendere in giro gli abruzzesi fornendo una valutazione sbagliata dei dati. Non si tratta di un intervento effettuato in maniera indiscriminata, ma siamo in presenza di scelte ponderate attraverso una valutazione dei parametri di efficienza, appropriatezza, caratteristiche dei ricoveri e posizionamento rispetto al bacino di utenza. Non solo. Si è tenuto conto, ad esempio anche dei flussi e delle tipologie dei ricoveri della popolazione residente e del confronto con gli standard di efficienza. L’obiettivo è uno solo. Offrire ai cittadini abruzzesi una migliore qualità del servizio a costi sostenibili“.

“La maggioranza di centrodestra”, dichiarano i Consiglieri Lucrezio Paolini e Paolo Palomba (Idv), “perpetra un ulteriore inganno nei confronti dei cittadini abruzzesi negando, in sede di Commissione regionale Sanità, la richiesta da avanzare al Commissario Chiodi per determinare una doverosa sospensione dell’approvazione del Programma Operativo della Sanità. La proposta di sospensione, avanzata da tutta l’opposizione, si rendeva necessaria al fine di poter condividere l’esame e le scelte su un piano operativo che sino ad oggi si è assolutamente evitato di approfondire. Il Comitato dei Sindaci e tutte le realtà interessate al Piano hanno il diritto-dovere di essere coinvolti nell’assunzione di scelte vitali per la garanzia dei servizi essenziali sanitari. Non solo le forze politiche di opposizione in Regione, ma neanche le Istituzioni a livello locale, hanno potuto dire la loro su decisioni che le coinvolgono in prima persona”.

paolucciAi consiglieri Palomba e Paolini si aggiunge anche la critica mossa da Silvio Paolucci, segretario regionale del Pd. “Il presidente-commissario Chiodi” scrive in una nota “sta dimostrando di non fidarsi degli abruzzesi, volendo imporre a tutti i costi un piano deciso solo da lui: apra una fase partecipata. Un piano scritto nella paura e nel disprezzo degli abruzzesi che ha costretto cittadini e operatori sanitari a leggere solo sui giornali il futuro dei loro ospedali. Un piano che prevede solo tagli, e che grazia miracolosamente la sanità privata. Un piano che non dà ai cittadini delle aree interne alcuna alternativa e che mette in difficoltà ogni territorio, ogni presidio pubblico di tutte le province abruzzesi. Un piano che intende programmare la salute dei cittadini, le emergenze, i bisogni quotidiani in base al tempo che separa i cittadini dagli ospedali: Chiodi ha imposto 50 minuti, dimenticando peraltro che un’ambulanza deve prima raggiungere il centro montano e poi trasportare il malato al pronto soccorso raddoppiando così i tempi calcolati da Chiodi dietro la sua scrivania. Chiodi esca dal suo isolamento da burocrate snob, apra una fase di partecipazione con i sindaci, gli amministratori locali, i medici, gli infermieri, l’opposizione, e vedrà che non sono mostri ma persone con cui poter discutere e disegnare il futuro della sanità. Ma per aprire il dialogo deve rimuovere un ostacolo: riequilibrare i tagli fra pubblico e privato e ragionare seriamente su una possibile mappatura dei servizi sanitari per il cittadino. Il Pd è pronto a fare le sue proposte sulla riorganizzazione e il rilancio della sanità pubblica con servizi innovativi e tecnologie all’avanguardia, non accetterà mai che i sacrifici vengano addossati solo alla sanità pubblica che già oggi paga un prezzo altissimo di lunghe file d’attesa, reparti carichi oltremisura e turni massacranti”.

Subito le parole di Paolucci scatenano la reazione del governatore. “L’opposizione si ricorda solo ora di avanzare proposte di rilancio della sanità pubblica, non avendolo fatto quando era al governo regionale e aveva tempo e modi per farlo. E’ proprio il Pd, che oggi fa rilievi sterili e lancia segnali di dissenso ad aver mostrato disprezzo nei confronti degli abruzzesi, gestendo in maniera scellerata la sanità, con costi insopportabili e qualità del servizio indecorosa. I cittadini sanno bene come è andata a finire. Il Pd ci lasci lavorare in pace per costruire una sanità migliore, senza alzare polveroni inutili con il solo intento di confondere gli abruzzesi”.

brucchi-sindacoSulla questione sanità interviene anche il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi. “Coraggio ed equità. Questo chiedo, anzi, pretendo nelle scelte sanitarie che la Regione sta varando. Il coraggio che deve motivare chi sa di dover affrontare un’azione di risanamento dei conti della Sanità pubblica, partendo da un disavanzo che ci aveva condannati all’indice delle Regioni canaglia, sull’onda lunga di una cattiva gestione che ha, di fatto, paralizzato tutta la macchina istituzionale. Solo il coraggio di scegliere, non più con l’occhio antico delle logiche di campanile e di feudo, ma con quelle moderne e necessarie di Regione, potrà risollevare l’Abruzzo dalle nebbie nelle quali è precipitato negli anni passati. Quello che il mio predecessore Gianni Chiodi, oggi Governatore, e l’assessore Lanfranco Venturoni, stanno facendo con il costruttivo supporto della maggioranza di Centrodestra, è un’operazione destinata a restare nella storia, quale esempio di buongoverno che segue un momento di malgoverno. Purtroppo, però, sopravvivono, sacche di quel pensare antico che non ha fatto il bene dell’Abruzzo e c’è chi in virtù della coltivazione di un piccolo o grande orto personale, subordina gli interessi generali dell’Abruzzo a quelli del feudo. Così non va. Non si deve. Non si può. E visto che, in un facile gioco di malintesi campanili, c’è chi ha voluto leggere, nelle scelte coraggiose della Regione, una logica di territorio, in qualità di sindaco di Teramo, di presidente del Comitato ristretto dei sindaci della Asl di Teramo, di medico e di cittadino teramano, ritengo doveroso e improrogabile far sentire la mia voce, che è poi la voce dei teramani e di quanti, da sempre, hanno imparato a fare della propria sanità provinciale un piccolo gioiello, cui affidare la salute propria e dei propri cari. Sento rimbalzare, da più parti, l’eco confusa e malevola di chi accusa la Regione di non aver voluto penalizzare Teramo, anzi, di averla addirittura voluta premiare. E’ falso. Perché non solo la nostra Asl non è stata “premiata”, ma è ancora penalizzata. E lo dimostro. L’indice medio regionale, previsto dal nuovo piano, prevede che la rete ospedaliera raggiunga una media di 3,50 posti letto x 1000 abitanti; bene, Chieti ha una media di 3,35, Pescara 3,80, L’Aquila 3,90 e Teramo 3,09. Appare evidente come non esista alcun privilegio teramano. La riorganizzazione prevede che L’Aquila passi tra pubblico e privato da 14 a 12 ospedali, Chieti da 11 a 9, Pescara da 6 a 5 e Teramo da 4 a 3 più uno in gestione pubblico-privata. Appare evidente come non esista alcun privilegio teramano. Sulla Riabilitazione Teramo è da sempre penalizzata. Basti pensare che nell’ultimo Piano Sanitario, la spesa pro capite prevista era per l’Aquila di 118 euro, per Chieti 97 euro, per Pescara 34 euro e per Teramo 45 euro. Il nuovo Piano Sanitario lascia Teramo, insieme a Pescara, fanalino di coda. Sulla Specialistica Convenzionata esterna la spesa pro capita per anno è di 32,94 per Chieti, 22,94 per Pescara, 14,68 per L’Aquila, 19,75 per Avezzano-Sulmona e 17,24 per Lanciano-Vasto. Teramo ha solo 3,13 euro per abitante e per eseguire prestazioni ambulatoriali esterne. Per troppi anni, Teramo e la sua provincia hanno patito uno squilibrio a vantaggio delle altre province abruzzesi, questa è l’occasione giusta per percorrere la strada dell’equità, anche se c’è molto da fare. Anche perché Teramo, ha scelto la strada del pubblico. E poi, ricordo a tutte le forze politiche abruzzesi che quella di Teramo è una Sanità di confine e che la nostra, in quanto provincia cerniera, deve essere in grado di offrire una risposta tale da evitare la creazione di flussi migratori verso le vicine Marche. Anche per questo chiedo, ufficialmente, che la Regione punti con maggior decisione al riequilibrio territoriale, portando la Sanità teramana al livello delle altre province abruzzesi visto che non solo non c’è alcun privilegio, ma la situazione ci vede ancora penalizzati. E non è giusto”.

 

 

 

 

 

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