Si è scatenata una vera e propria bufera sulla realtà abruzzese dei Confidi dopo l’approvazione delle modifiche apportate dalla IV Commissione alla Legge regionale di riforma del settore finalizzata ad una netta riduzione del numero di cooperative di garanzia esistenti anche attraverso l’innalzamento dei requisiti necessari per accedere ai contributi regionali.
Se da una parte c’è chi auspica una rapida approvazione della legge che sarà presentata al Consiglio regionale la prossima settimana, dall’altra diverse associazioni, contrarie agli inasprimenti previsti, esprimono forti perplessità.
“Questa riforma” sostiene Flaviano Montebello, vice coordinatore regionale di Casartigiani Abruzzo “punta finalmente a mettere ordine in un sistema regionale frammentato in quasi 80 Confidi che non riesce più ad incidere efficacemente nel sostegno creditizio alle piccole e micro imprese né a rapportarsi credibilmente con il mondo bancario. Oggi solo un sistema di garanzia fidi efficiente e strutturato può dare risposte positive alle esigenze di credito delle micro, piccole e medie imprese. Aggregarsi è indispensabile” continua Montebello “e parlare di morte di cooperative e di consorzi fidi appare del tutto fuori luogo visto che, al di là delle riforme legislative, sarà lo stesso mercato del credito ad escludere le piccole realtà di garanzia, verso le quali le banche non avranno più interesse a stipulare convenzioni. Teniamo, infine, a sottolineare che nel Parlamento nazionale è in discussione una Legge Quadro sui Confidi che impone parametri in qualche caso anche più severi rispetto a quelli previsti dal disegno di legge regionale abruzzese”.
“Il disegno di legge, peggiorato dagli emendamenti approvati in IV Commissione, se non modificato in Consiglio Regionale, porterebbe alla morte dall’oggi al domani di ben 50 Cooperative e Consorzi fidi” è la posizione di Ter.Fidi, il Consorzio di garanzia collettiva tra le imprese commerciali e turistiche della provincia di Teramo, “esaltando in questo modo gli interessi di pochissime Cooperative a discapito della stragrande maggioranza di esse”.
Secondo Ter.Fidi, inoltre, la fusione tra le realtà più piccole non sarebbe cosa facile viste le diverse origini, i settori in cui operano e le esperienze maturate. Per questo viene chiesto alla Regione di ridurre alcuni parametri minimi previsti (patrimonio netto, operazioni di credito garantite negli ultimi tre esercizi) per accedere ai benefici regionali, l’abrogazione del fondo antiusura, già regolamentato da una legge nazionale, ma soprattutto un lasso di tempo ragionevole (almeno tre anni dall’entrata in vigore della legge) prima dell’applicazione integrale della nuova normativa, per dare la possibilità ai Confidi di adeguarsi ai nuovi parametri che saranno stabiliti, senza perdere i contributi regionali in conto interessi e consolidamento del patrimonio.
“Non è mai successo” si legge nella nota di Ter.Fidi “che una riforma così radicale venga attuata in modo capestro dalla sera alla mattina; non è stata prevista alcuna possibilità di graduare l’entrata in vigore del provvedimento, con effetti devastanti sulla stragrande maggioranza delle Cooperative o Consorzi fidi abruzzesi, ma solo ad esclusivo vantaggio di uno sparuto numero di esse”. Anche l’Italia dei Valori chiede che la legge regione venga modificata nel consiglio di martedì prossimo per evitare un regime di monopolio.