Pescara. “Rinunciando al referendum contro le trivelle, la Regione Abruzzo ha fatto un passo indietro pericolosissimo con il quale si conferma una chiara malafede, preferendo di sottostare ai dettami del governo Renzi piuttosto che fare gli interessi degli abruzzesi, che voglion a tutti i costi contrastare”.
Lo ha dichiarato l’on. Fabrizio Di Stefano nel corso della conferenza stampa di questa mattina alla quale hanno partecipato i Consiglieri regionali di Forza Italia, Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri.
“Abbiamo un documento misterioso – spiega il deputato di Forza Italia – fatto passare sotto silenzio, con cui la Regione attua un’iniziativa incomprensibile tra l’altro non concordandola con le altre regioni. Poi, per dare una parvenza di legittimità a un atto che di legittimo non ha nulla, si raccolgono 15 firme di Consiglieri che tra l’altro non rappresentano la maggioranza in Aula per avallare questa scelta.
Si cerca in questo modo di svilire e scavalcare ben 2 deliberazioni del consiglio regionale per questo è assolutamente necessario un passaggio in Consiglio per ufficializzare questo cambio di strategia. Bisogna ricordare che esiste una sospensiva del processo autorizzativo di Ombrina e non una revoca di quella autorizzazione; la legge infatti impedisce quel tipo di operazione, mentre il governo Renzi ha deciso di reintrodurre il limite delle 12 miglia per evitare il passaggio referendario che sarebbe stato una vera e propria debacle. E in Abruzzo ci si è affrettati a ritirarsi proprio per scongiurare la sconfitta.
Noi faremo barricate – sottolinea Di Stefano – perché bisogna tornare in Consiglio e votare un documento che autorizzi la scelta fatta da D’Alfonso, vogliamo che ci mettano la faccia e dicano i motivi veri o quelli per coprire altro perché riteniamo ci sia una chiara volontà di prendere in giro gli abruzzesi e noi non permetteremo che si vada avanti con questa modalità discutibile”.
“Quando la Regione si costituisce in giudizio – aggiunge il Presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo – lo fa sulla base di atti giuridicamente validi ma sull’atto che chiede la cessazione dell’oggetto del contendere e per il quale contesteremo i costi sostenuti, non c’è scritto nulla per cui è da ritenersi illegittimo. Poi hanno tentato di coprirlo con una riunione di maggioranza, alla quale però non c’erano tutti. Tutto, comprese le sottoscrizioni delle deleghe agli avvocati, si sarebbe svolto nello stesso giorno tra Pescara, L’Aquila e Roma. Vedremo se in Aula quelle 15 firme saranno confermate da altrettanti voti come sono curioso di conoscere la posizione dell’ambientalista “a chiacchiere” Mazzocca e dell’ex sottosegretario D’Alessandro, che parrebbe aver firmato il documento della maggioranza. La cosa più grave – conclude Febbo – è la presenza tra i sottoscrittori del Presidente del Consiglio Di Pangrazio che di fatto smentisce il suo voto in Aula (deliberazioni sui referendum votate all’unanimità) e allo stesso tempo svilisce il ruolo dell’Assise regionale”.
“Quella perpetrata da D’Alfonso è una vera e propria scortesia istituzionale nei confronti delle altre regioni – rimarca il Capogruppo di Forza Italia, Lorenzo Sospiri – che hanno deciso di ricorrere in Cassazione contro la decisione della Corte Costituzionale che dichiarato ammissibile 1 solo referendum su 6. L’Abruzzo ha compiuto una giravolta a 360 gradi e invece di essere solidale con le altre Regioni ci si costituisce di fatto con il governo nazionale: un atteggiamento “leccaculesco” che probabilmente ha altri obiettivi, magari per il Masterplan. Mentre gli altri continuano la battaglia l’Abruzzo rompe il fronte comune lasciando la Puglia da sola e sconfessando le stantie dichiarazioni di intenti di D’Alfonso da sempre favorevole alla regione macro – adriatica.
Domani se ne parlerà in Conferenza Capigruppo – annuncia Sospiri – perché quel documento postumo con le firme dei Consiglieri di maggioranza rappresenta un atto gravissimo. Devono venire in Aula per prendere una posizione ufficiale, presentare una proposta e poi voglio vedere chi la voterà. Vogliamo che gli abruzzesi sappiano cosa sta accadendo e si rendano conto dell’atteggiamento schizofrenico del centrosinistra”
D’ALESSANDRO RIBADISCE: ‘Nostre richieste già soddisfatte, non occorre più il referendum’
In Consiglio regionale Gianni Chiodi e il centrodestra ci hanno sfidato sulla capacità della maggioranza di riuscire a trovare una soluzione politica al problema delle trivellazioni; altri ci hanno invitato a strappare la tessera del PD per protesta nei confronti del Governo.
Noi – in assoluta autonomia – siamo stati autori di un’iniziativa referendaria e abbiamo varato due leggi: quella sul Parco nazionale marino e l’altra sul divieto di trivellazione entro le 12 miglia, che domani difenderemo davanti alla Corte Costituzionale con una memoria dell’Avvocatura regionale attivata dalla delibera di Giunta n. 7 del 12 gennaio scorso; tutto questo pur di fermare Ombrina di ferro. Le nostre azioni hanno generato la riapertura di una riflessione politica a livello nazionale cui ha fatto seguito la norma del Governo, che tutti hanno applaudito e festeggiato anche se frutto di meriti altrui. Quindi non si può assolutamente parlare di captatio benevolentiae, anzi possiamo rivendicare una posizione scevra da condizionamenti di sorta. E alla fine abbiamo vinto, perché Ombrina è sparita dai radar.
Rispetto ai quesiti referendari la Cassazione ha determinato la permanenza in vita di uno solo di essi, in quanto gli altri sono stati ritenuti assorbiti e quindi superati proprio dalla nuova normativa del Governo. Al riguardo, per noi è cessata la materia del contendere poiché le nostre richieste sono state ampiamente soddisfatte. Ciò che possiamo affermare con certezza è che conserveremo le dichiarazioni di tutti in modo da rileggerle tra qualche anno, compresa questa: Ombrina non si farà. Dal 20 gennaio riprenderemo l’iniziativa per ampliare la fascia di mare blu e difendere le isole Tremiti’, replica il coordinatore della maggioranza in Consiglio Regionale, Camillo D’Alessandro.