Sprechi, promesse mancate, nuovi dirigenti da introdurre nella pianta organica della Regione Abruzzo. “Solo false accuse” secondo l’assessore regionale al Personale Federica Carpineta.
“La Regione Abruzzo” precisa “quando si è insediata la Giunta Chiodi, aveva 120 posizioni dirigenziali. Nel primo anno, il 2009, ne abbiamo tagliate 12, una riduzione del 10%, facendo scendere il numero totale a 108. Nel 2010, grazie alla normativa nazionale da noi recepita nella legge finanziaria regionale, tre dirigenti sono andati in esonero e ciò comporta il congelamento e il successivo taglio di altre 3 posizioni. E siamo giunti così a 105. Sono 80 i dirigenti di ruolo, altre 19 posizioni sono coperte da incarichi temporanei o di comando o ad interim. Proprio nelle 105 posizioni dirigenziali rientrano i 6 posti messi recentemente a concorso. Essi, quindi, non sono posti in più che si aggiungono ai 105, ma semplicemente posti già previsti e rimasti scoperti. Il totale fa sempre 105. Tutte le procedure poste in essere di nuovi concorsi e di comando non possono andare oltre questo numero. Va ricordato, a beneficio di chi vorrà tenerlo presente, che sono stati messi a concorso 6 posti e non 16 come previsto dalla precedente amministrazione di sinistra, perché abbiamo già tagliato 10 posti, con il conseguente risparmio”.
Nel corso di quest’anno, inoltre, “si prevedono altri 5 pensionamenti, a cui seguiranno altrettanti tagli delle posizioni dirigenziali. Arriveremo così ad avere 100 posizioni dirigenziali. Nel 2011 potrebbero esserci altri esoneri, ma oggi è presto per anticipare cifre. Queste sono le cifre ufficiali, aggiornate ad oggi. Nessuno, dentro e fuori la Regione, può farle crescere a suo piacimento. Ciascuno per la propria responsabilità poteva rivolgersi, se non all’assessore, certamente alla struttura regionale competente che avrebbe fornito questi dati aggiornati. Resta poi per ciascuno la libertà di agitare discussioni o di sollevare polemiche, assumendone personalmente la diretta responsabilità. Il giudizio spetta al popolo, sempre. E’ essenziale, per la vita democratica di una comunità, che vi sia un confronto, il più serrato possibile, tra le diverse opinioni. Ed è essenziale che i cittadini possano conoscere quelle opinioni attraverso liberi organi d’informazione. Ma, per far ciò, i dati devono essere quelli corretti ed aggiornati“.