L’Aquila. Con l’approvazione dell’atto costitutivo da parte dei 60 sindaci la Conferenza dei Servizi ha dato il via libera alla nascita del Distretto turistico del Gran Sasso. Si tratta, nella sostanza, del primo passo, politico e amministrativo, che permette di avviare l’iter di riconoscimento formale da parte del ministero dei Beni culturali e del Turismo.
A tenere a battesimo il primo Distretto di montagna in Italia è stato il vicepresidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, che ha aperto la Conferenza dei servizi alla presenza dei sindaci, dei rappresentanti delle associazioni ed enti pubblici che hanno aderito al progetto.
“Un’operazione – ha detto Lolli – che sancisce il definitivo rilancio in termini turistici della montagna più importante dell’Appennino. Oggi con la richiesta formale che il territorio fa al Governo di riconoscimento di distretto turistico montano si chiude la fase più complessa di un processo avviato un anno fa, nel quale hanno partecipato tutti i soggetti, pubblici e privati, che si affacciano sul Gran Sasso”.
L’adesione dei 60 sindaci dei tre versanti del Gran Sasso ha disegnato i confini amministrativi e territoriali del Distretto, ma l’aspetto rilevante dell’iniziativa, ha aggiunto Lolli, “è la volontà di creare un prodotto turistico, connotato dagli elementi dell’identità del territorio e dalla qualità, in grado di collocarsi con autorevolezza sul mercato turistico nazionale e internazionale”.
Oltre ai 60 comuni che hanno partecipato alla Conferenza dei servizi, al Distretto hanno aderito le due Dmc del versante aquilano e teramano, che insieme raggruppano circa 400 operatori, le Camere di Commercio, l’Istituto di Fisica nucleare, il Parco, il Cai, il Corpo Forestale, i tre presidente delle Province, il Centro turistico del Gran Sasso.
Nel Distretto, dunque, c’è tutto il mondo che gravita intorno al Gran Sasso, “che – ha sottolineato Lolli – si ritrova intorno ad una montagna che fino a qualche decennio fa ci ha sperato ed ora invece ci unisce”. Insieme all’aspetto per così dire localistico, il Distretto turistico del Gran Sasso apre nuovi orizzonti anche a livello nazionale, soprattutto come modello di sviluppo.
Essendo il primo Distretto montano riconosciuto a livello nazionale, proprio l’esperienza del Gran Sasso potrebbe essere punto di riferimento per altre esperienze simili per altre aree montane-turistiche dell’Appennino. E ed è in questa prospettiva che il Ministero guarda con favore all’esperienza abruzzese.