L’Aquila. La Regione ha chiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri l’immediato blocco delle procedure sia per il progetto del ‘Metanodotto Sulmona-Foligno’, sia per quello della ‘Centrale di compressione gas di Sulmona’ nonchè il tempestivo trasferimento della discussione sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni.
Invita, inoltre il Ministero per lo Sviluppo economico a non chiudere il procedimento senza l’intesa, anche negativa, di tutti gli enti locali interessati dal progetto. In caso contrario, si prevede di dare mandato all’Avvocatura regionale per un ricorso al Tar.
E’ quanto emerso oggi, nel corso della conferenza stampa dell’assessore all’ambiente, Mario Mazzocca e del vice Presidente Giovanni Lolli che si è tenuta all’Aquila sulla questione del metanodotto Snam di Sulmona. Presente anche il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci.
L’assessore Mazzocca ha inviato due lettere, una indirizzata alla Snam Rete gas e una alla Presidenza del Consiglio, in seguito della deflagrazione della rete metanifera del 6 marzo scorso, in località Mutignano, frazione di Pineto.
“Abbiamo voluto sottolineare – ha commentato Mazzocca – come, contrariamente a quanto comunicato dalla Snam, non si è trattato di una semplice fuoriuscita di gas sul tratto di una decina di metri, bensì di una vera e propria esplosione del metanodotto che da Cellino Attanasio trasporta il gas naturale a Bussi, che ha causato il ferimento di undici persone, danneggiamento degli edifici, evacuazione di intere famiglie, oltre a centinaia di migliaia di euro di danni.
Secondo la Snam la causa dell’incidente è dovuta alla ‘scarsa stabilità del suolo, unita ai fenomeni di antropizzazione tipici delle aree in prossimità delle coste e al forte maltempo di questi giorni’.
Va precisato, però che Mutignano si trova in collina; il tratto esploso insiste in un ambito prettamente rurale (non costiero) dunque a bassissima densità edilizia ed abitativa, in un’area dal cui preliminare esame non sembrano emergere evidenti fenomeni di dissesto idrogeologico in qualche modo riconducibili ad una presunta “scarsa stabilità del suolo'”.
“L’incidente ha aggiunto Lolli – avvalora i dubbi che questa Regione ha sempre avuto su opere di questa natura e consistenza, in particolare sul metanodotto ‘Sulmona-Foligno’ e sulla ‘Centrale di Compressione Gas’ di Sulmona.
Dubbi che sono stati formalizzati con il diniego all’intesa, sia sul primo che sul secondo procedimento (Deliberazioni di Giunta regionale n. 500 del 29 luglio 2014 e n.132 del 20 febbraio 2015).
L’Abruzzo non può continuare a confidare nelle rassicurazioni di ‘Snam Rete Gas’ circa la reale sostenibilità delle realizzazioni progettate ed in esame, soprattutto in quanto consapevoli del fatto che il gasdotto ‘Sulmona-Foligno’ si troverà ad attraversare importanti tratti della nostra regione a rischio tellurico e che la ‘Centrale di Compressione’ sorgerà su di un ambito a massima sismicità”.
Pertanto, sono state chieste alla Snam ampie e puntuali garanzie, un Piano di manutenzione di tutti gli impianti esistenti ed una verifica accurata delle infrastrutture realizzate (monitoraggi e verifiche di esercizio passate e future, stato di manutenzione dell’intera rete metanifera, misure di prevenzione), con particolare attenzione ai territori a rischio sismico, restando ferma la valutazione di questa Regione circa la futura promozione di azioni legali nei confronti di ‘Snam Rete Gas’.