Quirinale, fumata nera al quinto scrutinio: fallisce la prova di forza su Casellati

Fallisce la prova di forza del centrodestra sul nome di Maria Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato e seconda carica dello Stato.

Nella prima votazione di oggi, venerdì 28 gennaio (in cui le chiame per eleggere il Presidente della Repubblica saranno due) il quinto scrutinio si conclude con una nuova fumata nera: 382 i voti per la Casellati (su 446 votanti di centrodestra, almeno 64 i franchi tiratori nella coalizione), 46 voti a Sergio Mattarella, 38 voti a Nino Di Matteo, 11 bianche e 9 nulle.

Critica la posizione del centrosinistra (Pd-Leu-Italia Viva e Movimento 5 stelle oggi astenuti dal voto) sia sulla candidatura unilaterale della coalizione di centrodestra, sia sulla presenza della Casellati allo spoglio “è del tutto inopportuno che co-presieda” ha twittato Letta ricordando come, nel 1992, Scalfaro si astenne quando si trovò nella stessa posizione.

Il sesto passaggio istituzionale è convocato per le 17 (con possibile esito intorno alle 21). Le coalizioni si riposizionano, le trattative riprendono con un dato da metabolizzare: il centrodestra non è compatto come poteva mostrare il voto di astensione del quarto scrutinio (441 voti di ieri provenienti dal centrodestra), mentre prende quota la possibilità (in futuro) di un centro moderato guidato da Renzi, Calenda e Toti.

Impossibile che il nome della Casellati venga riproposto nella prossima votazione, dopo non aver raggiunto il quorum.

 

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