Pescara fuori ai rigori: Foggia in finale

Pescara (4-3-3) D’Aniello; Cancellotti, Brosco, Boben, Gozzi; Rafia, Aloi, Kraja; Merola, Lescano, Cuppone. In panchina: Sommariva, Plizzari, Pellacani, Ingrosso, Milani, Gyabuaa, Mesik, Crescenzi, Palmiero, Mora, Germinario, Delle Monache, Desogus, Kolaj, Vergani. Allenatore: Zdenek Zeman

Foggia (3-5-2) Dalmasso; Leo, Di Pasquale, Rizzo; Bjarkason, Frigerio, Petermann, Schenetti, Costa; Ogunseye, Peralta. In panchina: Raccichini, Rutjens, Markic, Vacca, Garattoni, Iacoponi, Odjer, Capogna. Allenatore: Delio Rossi

Reti: 1’ Cuppone, 97′ Rizzo

Arbitro: Marco Monaldi di Macerata

Ventimila persone e un Adriatico coreografico e da record per il ritorno della semifinale play-off, per spingere il Pescara alla vittoria contro il Foggia e alla finale per la promozione in B. Zeman non recupera Plizzari e tra i pali schiera D’Aniello, mentre in attacco non sceglie tra Lescano e Cuppone, con Merola che completa il tridente. Rossi risponde con la solita truppa minacciosa capeggiata da Schenetti, Costa e Ogunseye.

Meno di 2 minuti e la sblocca il Pescara, al primo affondo: rinvio tremendo della difesa su incursione di Lescano, Rafia la prende fuori area e la crossa in mezzo per la deviazione di testa di Cuppone che la incrocia alle spalle di Dalmasso. 1-0. La risposta degli ospiti tarda solo 8 minuti: traversone per Bjarkason, lasciato libero di tirare da Gozzi ma la diagonale è troppo forzata e la manda verso la bandierina dai 3 metri. Rossoneri che martellano e recuperano subito, Costa lancia in area per Ogunseye, che grazia ancora D’Aniello con un colpo di testa che esce a fil di palo. Due lampi ravvicinati ma isolati, poi il Pescara torna ad assediare frequente e convinto, e sono varie le occasioni non finalizzate negli ultimi 10 metri da Lescano e Cuppone a cavallo del quarto d’ora. Gara comunque aperta e al 21’ Bjarkason replica il destro in diagonale dal dischetto, più preciso stavolta ma comunque sul fondo. Due minuti più tardi è Petermann a insidiare la porta pescarese dal limite e D’Aniello si deve distendere per sventare alla base del palo. I rossoneri crescono costantemente e al 32’ Frigerio spara al volo dai 13 metri: solo una deviazione di Cancellotti nel mucchio esonera D’Aniello dal miracolo. Scontro a viso aperto: al 39’ Kraja viene imbeccato sul dischetto da Cancellotti e la gira di testa verso la traversa, salvata da Dalmasso in angolo con le ali. E dal corner, Brosco spunta al centro e la incorna di prepotenza ma la palla si infrange sulla traversa. Non c’è pace per il portiere pugliese, che deve salvarsi in angolo ancora dopo pochi attimi, sul destro di Lescano da posizione defilata. L’intervallo interrompe una tenzone apparentemente interminabile.

Venti secondi di ripresa ed è quasi pareggio: Ogunseye affonda a sinistra, traversone basso per Frigerio che si infila tra le linee e la gira di tacco in area piccola: D’Aniello ha il riflesso pronto e sventa. Risponde il Delfino al 53’ ma Kraja non arriva al tap-in sul traversone da zero metri, anticipato all’ultimo da Di Pasquale: ottima l’impostazione di Gozzi dalla catena mancina. Il Foggia non dorme, impegna più volte D’Aniello e al 60’ la fa girare alla perfezione in area biancazzurra, per la conclusione di Frigerio che sfila a un metro dal bersaglio. Il Pescara si scopre troppo spesso e al 64’ Vacca lancia in profondità Garattoni che fugge sul filo del fuorigioco, D’Aniello deve uscire dai palli e viene scavalcato dal pallonetto che, però, manca la porta vuota. Zeman cerca il cambio di passo con l’inserimento di Mora, Delle Monache e Vergani per Lescano, Cuppone e Kraja al 69’. E il cambio di passo arriva in meno di un minuto: break a metà campo di Delle Monache con il petto, lancio nella prateria per Merola che infilza Dalmasso in uscita. Ma il VAR annulla per fuorigioco millimetrico. Il check elettronico alza la suspence più volte nell’ultimo quarto d’ora, da entrambe le parti, i ritmi si sballano e le lancette corrono. Il Foggia sembra non riuscire a ricomporsi, la difesa biancazzurra è granitica, cementata da un tifo travolgente. Il recupero è di 5 minuti, si estende a 6 e tanto basta al pari clamoroso: cross dalla destra, Ogunseye fa la torre, al centro spunta Rizzo e in spaccata batte Brosco e D’Aniello. 1-1. Si va ai supplementari.

Partenza soft, il Foggia ci crede, poi al 5’ il Delfino sale in cattedra: Rafia la pennella d’esterno dal limite, Desogus la stoppa a centro area, finta, controsterza e manda al bar un difensore, per poi scagliarla in goal. 2-1. Esplode l’Adriatico ma c’è ancora un tempo e intanto Delle Monache sciupa il match-ball con un tiro a giro sballato. Nel secondo supplementare gli abruzzesi si arroccano, i pugliesi non trovano spazi e sbagliano tanto. Eppure, al 114’ Boben si chiude in corner, dalla bandierina parte il tracciante per la testa di Markic, Vergani non chiude sul primo palo ed è ancora clamorosamente 2-2. Gelo sull’Adriatico, si va ai rigori.

Sotto la curva Nord, con D’Aniello chiamato all’impresa alla prima da titolare in Serie C. Inizia Markic: traversa e segna. Mora segna rasoterra. Garattoni la spara in curva. Cancellotti finta e sbaglia malamente. Sbaglia anche Ogunseye e la manda fuori. Rafia spiazza Dalmasso e non fallisce. Peralta fotocopia il tunisino. Aloi si fa ipnotizzare: para Dalmasso. Vacca: D’Aniello indovina l’angolo ma gli passa sotto l’ascella. Vergani con la palla che scotta: non sbaglia. A oltranza, Rutjens segna. Desogus: fuori. Passa il Foggia.

Una gara di gran cuore, soprattutto sugli spalti, quella dei pescaresi. Una partita infinita, gloria fino al 95′ per la squadra di Zeman, punita forse sulle uniche due sbavature. Lampante la crescita della squadra, anche nella gestione, dal ritorno di Zeman. E ora la piazza spera soprattutto nella permanenza del boemo, come consolazione e come prospettiva di una nuova stagione proficua fin dall’inizio.

 

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