Pescara (4-3-2-1): Fiorillo; Zappa, Bettella, Scognamiglio, Masciangelo; Busellato, Palmiero, Memushaj; Galano, Clemenza; Maniero (9’ Borrelli, 65’ Bocic). In panchina: Alastra, Farelli, Campagnaro, Marafini, Crecco, Drudi, Bruno, Melegoni, Pavon. Allenatore: Nicola Legrottaglie.
Ascoli (4-4-2) Leali; Pucino, Gravillon, Brosco, Padoin; Cavion, Petrucci (78’ Brlek), Eramo (82’ Piccinocchi), Morosini (70’ Ninkovic); Scamacca, Trotta. In panchina: Marchegiani, Novi Andreoni, De Alcantara, Ferigra, Sernicola, Valentini, Covic, Petrucci. Allenatore: Roberto Stellone.
Reti: 43’ Busellato, 46’ Morosini, 80’ Memushaj
Arbitro: Livio Marinelli di Tivoli (Lanotte-Grossi/Pezzuto)
Ammoniti: Gravillon, Memushaj, Borrelli, Scamacca, Eramo, Trotta, Brlek
Obbligatorio vincere per il Pescara, sia per rimediare alla sconfitta di Crotone che per onorare il sentitissimo derby contro l’Ascoli: in mille i tifosi dalle Marche. Legrottaglie si gioca l’esonero e schiera la difesa a 4 con Scognamiglio e Bettella centrali e manda Maniero davanti a Clemenza e Galano. Stellone continua a lottare per i play-out piazzando Morosini in regia dietro a Trotta e Scamacca.
Dopo soli 4 minuti, l’ex Gravillon stampa un calcio in faccia a Maniero: l’attaccante biancazzurro prova a stringere i denti ma, dopo qualche minuto di soccorsi, deve lasciare il campo a Borrelli. Gli ospiti prendono gradualmente il controllo del match, soprattutto sulla fascia destra: al 19’, Trotta arriva al cross per Morosini che ci prova al volo e la manda alta di pochissimo. Diventa rapidamente un assedio: al 22’, Scamacca arriva fin dentro l’area piccola per concludere, Fiorillo si erge a muro e respinge, Pucino perde l’attimo sulla ribattuta e permette a Scognamiglio di alzare un altro muro. Altri 3 minuti e altra conclusione di Morosini dal limite, che esce di poco al lato. Il Pescara prova a reagire al 31’ con Clemenza, chiamato in causa da un traversone arretrato di Busellato: palla alta di poco. I biancazzurri provano a crescere e al 40’ Zappa si spinge sul fondo per il cross dalla sinistra, dall’altra parte arriva a calciare in corsa Busellato ma la svirgola in curva da ottima posizione. Un errore che fa da preludio all’inaspettato vantaggio pescarese: al 44’ Leali rinvia malissimo e la passa a Galano che finta il tiro ma aspetta l’ingresso di Busellato per il goal più facile di sempre. 1-0 che dura solo 2 minuti: ripartenza marchigiana, Scamacca dal limite la mette al centro per Morosini che la piazza rasoterra. 1-1 prima di rientrare negli spogliatoi.
Diverso il piglio con cui il Delfino rientra in campo, portandosi più volte alla conclusione in 15 minuti: prima Galano manca il bersaglio di poco dal limite, poi Bettella si vede negare la gioia sulla linea da Scamacca, dopo aver battuto Leali. La gara diventa un monologo pescarese: al 66’ Scognamiglio incorna su cross di Palmiero ma la alza troppo sottoporta. Una crescita che porta al nuovo vantaggio biancazzurro, ancora in maniera improvvisa: all’80’ Memushaj cerca il cross per Galano dal vertice sinistro dell’area e invece trova un eurogoal che scavalca l’incredulo Leali. 2-1. Un minuto dopo, Bocic fugge verso il fondo a sinistra e cerca di servire Galano che lo raddoppia, c’è la deviazione disperata di Gravillon e per un nulla la palla non termina in rete. Galano ci riprova di testa al 90′ ma Leali blocca centralmente. L’ex Foggia è indiavolato nel finale e al 3′ di recupero serpeggia in dribbling in area e cerca un sinistro a giro color arcobaleno, ma Leali vola e smanaccia via il terzo goal del Pescara. La fortuna salva definitivamente il Pescara al 94′: Brlek fa come Memushaj ma il traversone sfila nel mucchio e si stampa sul palo, Fiorillo la manca, la palla sbatte addosso a Piccinocchi, poi in testa a Fiorillo e poi esce di nuovo. Ultimi istanti di fuoco, con Trotta che recrimina un rigore non assegnato. Al triplice fischio è il Pescara ad esultare.
Aiutata dalla fortuna, sia a segnare che a salvarsi, la squadra di Legrottaglie torna a vincere e si gode la festa dell’Adriatico. Efficace seppur tardiva la reazione a un primo tempo terribile, che dà comunque la sensazione di essere ben lontani da una quadratura.