Pordenone (4-3-1-2): Di Gregorio; Almici, Camporese, Barison, De Agostini; Zammarini Burrai, Pobega; Gavazzi (55’ Chiaretti); Strizzolo (55’ Candellone) Bocalon. In panchina: Bindi, Passador, Bassoli, Semenzato, Stefani, Vogliacco, Mazzocco, Misuraca, Pasa, Chiaretti. Allenatore: Attilio Tesser.
Pescara (3-5-2): Fiorillo: Scognamiglio, Bettella, Drudi; Zappa, Memushaj, Palmiero (86’ Bruno), Machin (91′ Bocic), Del Grosso; Galano, Maniero (68’ Crecco). In panchina: Kastrati, Farelli, Ciofani, Masciangelo, Melegoni, Borrelli. Allenatore: Nicola Legrottaglie
Reti: 51’ Zappa, 58’ Galano
Arbitro: Juan Luca Sacchi di Macerata (Palermo-Grossi/Carrione)
Ammoniti: De Agostini, Camporese, Barison
Zauri dimesso, Legrottaglie in panchina: il Pescara va in casa del Pordenone con i nervi tesi e la formazione tipo, trainata da Galano e Maniero e diretta da Machin e Memushaj. La squadra friulana è una corazzata vicecapolista, staccata solo dall’ormai promosso Benevento: Tesser schiera i suoi con l’attacco formato da Strizzolo e Bocalon titolare all’ultimo minuto.
Avvio vivace e ricco di tentativi da ambe le parti: solo colpi d’avvertimento, nessun pericolo per i portieri. La prima occasione concreta arriva al 18’ sui piedi di Maniero, messa al bacio da un filtrante di Machin: buono il controllo a centro area ma pessima la girata radente dell’attaccante, che finisce ampiamente a lato. Gli abruzzesi si mostrano in partita e Galano, al 22’, cerca la bomba da fuori ma trova una traiettoria troppo centrale che si stampa sul petto di Di Gregorio, agevolandone la parata in due tempi. Prova balistica che si ripete dopo 3 minuti con angolazione maggiore: la palla sfila di poco sul fondo. Il Pordenone riesce a sfoderare l’arma del contropiede solo al 42’, grazie a un numero di Strizzolo che lancia in profondità per la sponda di testa di Bocalon per Zammarini che, al volo dal limite, colpisce malamente addosso a Fiorillo. Gli ultimi assalti del primo tempo sono di Del Grosso e Galano, ma il difensore sbuccia fuori un campanile alzato da Zappa e l’altro, lanciato a rete, viene atterrato sui 20 metri da Camporese. Si va senza reti all’intervallo.
Il Delfino rientra in campo con la stessa grinta e al 51’ trova il vantaggio: Zappa recupera davanti alla propria area, la cede a Maniero e scappa dalla mediana per riprendersi il lancio lungo, riceve rasoterra sul limite, resiste a Barison e scavalca con una palombella l’uscita di Di Gregorio. 1-0. Tesser prova subito a riparare con Candellone e Chiaretti ma il Pescara, invece, va subito vicino al raddoppio: lancio profondo di Memushaj, controllo e sinistro a giro dalla lunetta che si stampa sul palo. Goal rimandato di un solo minuto: gli ospiti spingono e ottengono un corner al 57’, lo batte Memushaj, Galano salta completamente da solo e incorna sul secondo palo. 2-0. I padroni di casa cercano riscatto al 69’ su calcio di punizione: Barison svetta bene di testa dal dischetto ma manca di poco la traversa. I biancazzurri mantengono il dominio e sul rovescio di fronte, Machin triangola in palleggio con il neo-entrato Crecco, penetra con facilità estrema ma, al volo, prende in pieno il palo da due passi. Galano e Crecco continuano a seminare panico, Tesser perde anche Candellone per infortunio. I friulani cercano di riaprire la gara con una punizione arcobalenata di Almici all’85’, ma Fiorillo vola a toglierla dall’angolino, e sul corner successivo è la traversa a fermare la deviazione di Barison, sporcata anche da un difensore. C’è anche la sorte: la vittoria è del Pescara.
Una vittoria fondamentale, per placare l’ira della tifoseria e per riconquistare fiducia nei propri mezzi: val bene ricordare che il Pordenone non era mai caduto in casa e da 3 gare consecutive era imbattuto dal Delfino. Un merito innegabile, in qualsiasi caso, di Nicola Legrottaglie, che ora potrebbe mettere in dubbio l’arrivo di Gigi Di Biagio sulla panchina biancazzurra.