Come arrivare
Per chi proviene da Teramo o Pescara in A14, uscita Val di Sangro, proseguendo verso Castel di Sangro fino a Roccascalegna. Oppure in A1, o in A24 – A25/E80.
Tutte le strade portano qui, siamo in provincia di Chieti.
Cosa vedere
Il castello è arroccato su uno sperone, dalla strada lo vedrete spuntare all’improvviso, come sospeso nel vuoto.
È questa l’immagine più suggestiva da catturare in una foto.
Parcheggiate l’auto (o la moto) nel paesino di Roccascalegna il cui abitato è proprio ai piedi del castello che raggiungerete con una tranquilla passeggiata.
Alle pendici dell’imponente sperone roccioso troverete la chiesa di San Pietro e la biglietteria.
Il castello, infatti, è aperto e visitabile tutti i giorni, fino al 6 settembre, su prenotazione, nel rispetto delle normative anti- Covid (castelloroccascalegna.com oppure 335/8767589).
Edificato in epoca romana, per scopi difensivi, oggi è luogo di mostre, eventi, e di visite guidate. Da non perdere è il Museo del Medioevo che contiene una sala dedicata agli strumenti di tortura e alle armi antiche, e la riproduzione di un lanciafiamme bizantino.
Il castello può anche essere affittato per matrimoni.
Percorrendo una ripida scalinata in pietra arriverete all’ingresso della fortezza. Qui il panorama è da vertigini.
Si pensa che il nome “Roccascalegna” derivi dalla presenza, in epoche passate, di una scala in legno ma altro significato potrebbe essere anche di “fianco scosceso di una montagna”.
Davanti a voi saranno visibili tre torri. A destra, rispetto all’ingresso, si erge la Torre di Sentinella . Più internamente, oltre il cortile, si stagliano le Torri del Carcere e angioina.
Sempre sul medesimo cortile troverete poi la Cappella del Castello che raccoglie le acque piovane e le convoglia in una mi cisterna.
Come ogni castello anche Roccascalegna ha la sua leggenda. Si narra infatti che il Barone Corvo de Corvis attraverso l’editto Ius Primae Noctis obbligasse ogni novella sposa del feudo a passare la prima notte di nozze con lui e non con il marito. Una notte però il Barone venne accoltellato, non si sa se da una novella sposa o dal marito geloso vestito da donna. Il Barone lasció l’impronta della sua mano insanguinata su una roccia della torre e, benché provassero a pulirlo l’impronta riaffiorava, questo fino al crollo della torre nel 1940.
E con questa atmosfera da favola vi diamo appuntamento alla prossima settimana, fate buona strada…
Valentina Fratò