Cuba e la revoluciòn mai completata

cuba_2011_018La rivoluzione cubana, capace di rovesciare il regime di Batista e di appassionare schiere di giovani anche a migliaia di chilometri di distanza, ora,  dopo mezzo secolo, è solo sui muri, sulle enormi gigantografie che campeggiano sulle strade e sui colorati murales di propaganda del regime, che inneggiano a Fidel, all’eroe immortale (Che Guevara) e al socialismo. Come tutti i regimi, però, anche quello cubano presenta una serie di anomalie che sembrano fare a pugni con la propaganda governativa, che loda la revoluciòn e la patria (patria o muerte: venceremos), ma la vera Cuba, quella lontana da L’Habana o dalle grandi città (dove lo smog e i rumori la fanno da padrone), sembra essersi fermata agli anni ’60.

E’ come se la rivoluzione non si fosse completata. Manca la parte più importante del processo rivoluzionario, quella capace di far crescere da un punto di vista economico schiere di giovani cubani, che guardano all’occidente sempre con maggiore curiosità, soprattutto se viene legata alla possibilità di disegnare per loro e per i loro figli un futuro migliore. È paradossale, infatti, che i medici guadagnino meno degli jineteros (coloro che propongono ai turisti di tutto, dai sigari, alle case particulares, alle donne) o di un normale affittacamere.

La gente di Cuba. Se il popolo cubano, da anni, deve fare i conti con una serie di difficoltà, che innegabilmente ne hanno frenato il processo di crescita (embargo Usa, crisi e caduta del blocco sovietico, recessione economica internazionale), contestualmente i figli di Fidel hanno sviluppato una straordinaria capacità di adattamento e hanno una filosofia precisa: vivere alla giornata. Per noi europei questa cosa non è del tutto comprensibile, ma poi osservi il loro modo di vivere, il loro sorriso, la musica al alto volume che accompagna ogni azione quotidiana, la loro ospitalità e capisci, forse, che non esiste solo un modello di vita, fatto di apparenze, di ritmi frenetici e di un certo stress tipico del mondo occidentale. Sotto questo punto di vista, un viaggio a Cuba aiuta a capire molte cuba_2011_115cose e magari almeno una volta nella vita una puntatina in questa isola sempre soleggiata, va fatta. Poi si fa fatica a restare indifferenti al modo con il quale i cubani guardano i turisti. Certo, gli sguardi il più delle volte non sono disinteressati (per chi deve sbarcare il lunario, il turista rappresenta sempre l’occasione per incassare qualche dollaro), ma la complicità che si crea con gli sguardi a volte fugaci ha un fascino unico. I caraibici, per loro natura, non abbassano mai lo sguardo, e ti scrutano quasi volessero assaporare quello che accade lontano a Cuba. In molti guardano con ammirazione gli italiani, e a quel punto bisogna anche spiegargli che l’Italia non è solo rose e fiori e che almeno loro, a Cuba, una rivoluzione, anche se incompleta, hanno avuto la forza di farla.

Cuba oggi. La società cubana si regge sul socialismo, anche se è pur sempre un regime, che controlla tutto. Il grosso della popolazione vive con pochi dollari al giorno e lo Stato ai meno abbienti garantisce comunque un alloggio e il pasto quotidiano. La medicina e l’istruzione sono all’avanguardia e nonostante tutto, il socialismo qualcosa di buono è riuscito a produrlo, anche se non basta. Fine strategia, tipica del socialismo, che evita di affamare il popolo che si accontenta di poco e mai si sognerebbe di cuba_2011_152scendere in piazza per protestare. La stabilità è garantita in questa maniera e se il visitatore ha il coraggio di provare a percorrere sentieri diversi da quelli classici del turista tipico, si rende conto che bastano veramente pochi spiccioli per vivere. Molte delle città, tranne i moderni complessi ad uso turistico, hanno un’immagine degradata, ma le abitazioni, al loro interno, sono dignitose, pulite e comunque capaci di rendere confortevole il soggiorno. Basta vivere anche un solo giorno in una casa particulares per essere investito da una bella sensazione che non ti abbandona più. E’ questione di gusti, certo, ma non puoi non appassionarti a questa isola, fatta di mille contraddizioni, ma capace di regalarti tante emozioni.

Il futuro di Cuba. Le cose, a livello generale, sono destinate a cambiare (in maniera lenta) e anche il regime, negli ultimi anni gestito da Raul Castro, fratello di Fidel, sta facendo diverse concessioni in tema di libertà d’impresa. Da qualche anno è possibile affittare case, esiste un mercato nero parallelo, che lo Stato tollera sottotraccia per evitare “una rivoluzione delle masse”; è stata sdoganata la possibilità di avviare compravendite immobiliari (la novità è stata comunicata solo qualche giorno fa in occasione del congresso del partito socialista, anche se bisogna capire chi potrà acquistare le case) e aprire nuove attività. Il denaro fresco garantito dai flussi turistici, in costante aumento, rappresenta un elemento importante in chiave futura e tra qualche anno, forse, la rivoluzione potrà definitivamente completarsi. O magari non si completerà mai, visto che l’isolamento di Cuba a livello internazionale, per ragioni politiche, negli ultimi anni, si è attenuata e per i figli di Fidel va bene anche vivere in questa maniera, dove il tempo è scandito dal sole, dalla musica, dall’immancabile bottiglia di “ron” e dai ritmi a volte martellanti della Timba.

http://www.youtube.com/watch?v=INkLVwtIr_I&feature=related

 

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