Draghi: le decisioni su scuola e no-vax. Botta e risposta con Salvini sulle riaperture

Il Premier Draghi ha riferito, in conferenza stampa, le nuove misure in arrivo.

Dalla Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio ha ufficializzato che, a riaprire dopo Pasqua, sarà solo la scuola “fino alla prima media, anche in zona rossa”. Tutto il resto continuerà a rimanere chiuso.

LA SCUOLA: La decisione di far tornare in classe i ragazzi è stata presa sulla base dei dati forniti dalla cabina di regia: una curva epidemiologica in leggero miglioramento, insieme alle evidenze scientifiche che mostrano che non è la scuola ad essere di per sé fonte di contagio, ma è tutto ciò che le ruota intorno ad esserlo.

Il ministro dell’Istruzione Bianchi sta lavorando al rientro in classe “per farlo in modo ordinato, probabilmente anche con l’utilizzo di test, ma non con cadenza settimanale”.

PAESE CHIUSO FINO A MAGGIO: Se ad influire sull’aumento dei contagi sono le attività legate al mondo scolastico, ovvero trasporti e sport “è questo il motivo per cui è opportuno mantenere in vigore tutte le altre restrizioni”.

E mentre Mario Draghi dichiara, genericamente, ai giornalisti che il Paese resterà fermo, il leader della Lega Matteo Salvini torna ai temi di lotta che caratterizzano il suo partito “è impensabile tenere chiusa l’Italia anche per il mese di aprile” palesando tutto il suo disappunto per le decisioni di Palazzo Chigi trapelate nei giorni scorsi, decisioni non apertamente dichiarate dal presidente del Consiglio in conferenza stampa ma che hanno provocato un botta e risposta col Premier “le misure sono pensabili o impensabili solo in base ai dati, la decisione di riaprire o meno dipenderà dai dati”.

La decisione finale sulla possibilità di ripristinare le zone gialle verrà presa nel prossimo Consiglio dei Ministri, che già si intravede in salita per Draghi, vista la posizione del Carroccio.

OPERATORI SANITARI NO-VAX: Draghi ha poi illustrato la volontà del governo di intervenire sugli operatoti sanitari non vaccinati, attraverso una norma ad hoc, a cui è già al lavoro il ministro della Giustizia Marta Cartabia poiché “non va bene che operatori sanitari non vaccinati siano a contatto con cittadini malati”.

 

 

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