Prima del lockdown infatti, i dati di Unioncamere certificavano la presenza di 32 mila aziende nel settore del Artigianato e 50 mila unità nella compagine del Commercio in Abruzzo, impegnando una forza lavoro pari a 170 mila addetti.
Nei prossimi mesi possiamo prevedere che molte delle aziende saranno costrette a ridurre la propria attività se non anche il personale, altre ad aggravare la propria posizione debitoria, se non addirittura a non riaprire.
La pandemia in corso, che sarà ricordata al pari di una Grande Guerra, seppur portatrice di morte e sofferenza, ci sta offrendo alcuni spunti di riflessione: il problema dell’altro potrebbe diventare in breve tempo il “nostro” problema. Inoltre perché questo problema non porti alla tabula rasa dell’economia locale, è necessario agire con misure efficaci, ispirandoci anche a modelli virtuosi.È notizia di questi giorni, per esempio, che la Regione Campania ha stanziato ben 2.000 euro a fondo perduto a favore delle partite Iva, oltre al bonus di 600 euro già predisposto dal Governo.
La Regione Lazio, invece, ha messo a disposizione un microcredito per le PMI di 10 mila euro a tasso zero, con ammortamento in 5 anni e con 1 anno di preammortamento.Anche l’Emilia Romagna, colpita gravemente dal virus, ha rifinanziato i settori del commercio, dell’artigianato e del turismo, attraverso il rilancio del ruolo strategico ed efficace dei Confidi.
Riteniamo che, per frenare la deflagrazione della crisi, sia necessario un impegno di forze significativo da parte della Regione Abruzzo, perché i settori vitali del nostro Territorio, come l’artigianato, il commercio ed il turismo vadano sostenuti e rinvigoriti: in economia, come ci sta insegnando la pandemia in corso, il problema dell’altro può diventare il “nostro” problema.Auspichiamo che il Presidente Marsilio e la sua Giunta diano presto una risposta alle esigenze delle PMI, una risposta significativa e sgravata dal peso della burocrazia, che in questo particolare momento sarebbe letale per le aziende.